MILANO (ITALPRESS) – E’ morto a Milano all’età di 82 anni Maurizio Pollini, uno dei più importanti e noti pianisti italiani.
Pollini era noto per le sue interpretazioni di opere di Beethoven, Schubert, Liszt, Mozart e Brahms. Negli anni Duemila ottenne un notevole successo grazie a una serie di registrazioni di sue esecuzioni di “Notturni” di Chopin, realizzate con l’etichetta Deutsche Grammophon. Nel 2007 vinse il Grammy Award per la “Miglior interpretazione strumentale solista” proprio per i suoi “Notturni” di Chopin.
“Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Pollini, pianista insigne, interprete rigoroso e ispirato di straordinarie pagine musicali, riferimento di generazioni di musicisti di tutto il mondo. Un poeta del pianoforte che nei suoi lunghi anni di straordinaria carriera ha dato lustro all’Italia sulla scena artistica internazionale. Alla sua famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze”, afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“La scomparsa del pianista e direttore d’orchestra Maurizio Pollini costituisce un grande lutto per la musica italiana che ha saputo rappresentare al meglio di fronte a tutto il mondo. Dotato di impressionante talento, è stato un protagonista della Scala di Milano. Le condoglianze, mie personali e del Senato della Repubblica, ai suoi cari”. scrive su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa dell’illustre maestro Maurizio Pollini. Il suo virtuosismo e la sua passione nell’interpretazione dei capolavori dei più grandi compositori classici resteranno una fonte di ispirazione per le giovani generazioni di pianisti. Giungano alla famiglia le mie più sentite condoglianze”, dichiara il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
“L’Italia piange la scomparsa di Maurizio Pollini, interprete straordinario e uno dei più grandi pianisti del secondo Novecento che con la sua musica per oltre mezzo secolo ha affascinato e conquistato le platee dei teatri del mondo intero”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant’anni”, scrive in una nota il teatro alla Scala di Milano. Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell’Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia.
Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, protagonista assoluto della scena concertistica internazionale fin dalla vittoria, diciottenne, al concorso Chopin di Varsavia nel 1960, Pollini è stato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven e promuovere con infaticabile dedizione l’ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schònberg, e della musica d’oggi. Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica, intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società.
Dal debutto l’11 ottobre 1958 all’ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni. Dopo i primi concerti diretti da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, con la serata del 23 ottobre 1969 prende avvio la collaborazione con Claudio Abbado, destinata a segnare la storia dell’interpretazione ma anche la storia culturale della città di Milano. Il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l’impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro. Fondamentali anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly) e numerose compagini dedicate alla musica d’oggi, in particolare nei “Cicli Pollini” promossi da Stèphane Lissner: l’Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Kòln, l’Experimentalstudio SWR. “Nel campo della musica da camera lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell’ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital – spiega il Teatro in una nota -: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schonberg, e Nono”.
– Foto Teatro alla Scala di Milano –
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