PALERMO (ITALPRESS) – E’ morto Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci. Aveva 96 anni. Già iscritto al Partito Comunista d’Italia prima della caduta del Regime fascista, fu dirigente sindacale della Cgil.
“Sono addolorato e colpito per la scomparsa del senatore Emanuele Macaluso. Esponente di punta del Pci con ruoli regionali e nazionali, è stato un testimone della vita politica siciliana a partire dal dopoguerra e protagonista delle lotte contadine”. Così, in una nota, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè.
“Anche se di ideologia diversa dalla sua, l’ho sempre apprezzato per la curiosità intellettuale, la passione politica che lo ha accompagnato fino alla fine, l’impegno sindacale e la sua intensa attività giornalistica”, ha concluso.
Per il Sindaco Leoluca Orlando: “Non solo la politica ma tutto il mondo della cultura perde uno dei suoi esponenti più presenti dal secondo dopoguerra, quando giovanissimo guidava braccianti e sindacalisti in Sicilia.
Un intellettuale che ha attraversato da protagonista tanti momenti della democrazia italiana, dalla clandestinità al dialogo fra comunisti e cattolici democratici, è stato punto di riferimento per tante generazioni per la sua attenzione progettuale e capacità di sguardo critico”.
Macaluso iniziò la sua carriera politica nel 1951 come deputato regionale siciliano del Partito Comunista Italiano. Parlamentare nazionale per sette legislature (1963-1992), fu anche direttore de l’Unità dal 1982 al 1986 e ultimo direttore de Il Riformista dal 2011 al 2012. Quando il Pci si sciolse, aderì al Pds. Concluse la sua esperienza parlamentare nel 1992.
“L’impegno pubblico di Emanuele Macaluso è coinciso con tutti i mutamenti della storia siciliana e italiana: passaggi nei quali ha sempre dimostrato un’originalità di vedute, uno spessore umano e una capacità di sintesi non comuni. Macaluso è riuscito a coniugare la militanza sindacale e politica, il lavoro da dirigente di partito e quello da giornalista, la lotta alla mafia e i principi del garantismo.
Ha sempre guardato al futuro e non si è mai adagiato sul tempo presente, riuscendo spesso ad anticipare il corso della politica italiana. Per questo, fino alla fine, è stato un punto di riferimento per più classi dirigenti, la memoria vivente della sinistra italiana ma anche della politica siciliana, degli interventi rivolti a ridurre il divario economico del Mezzogiorno, dei cambiamenti istituzionali nazionali e locali. Culturalmente curioso e mai scontato nelle riflessioni, con lui se ne va una delle voci più autorevoli del Paese” così Vittoria Casa, Presidente Commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera.
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