ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 90 anni, Monica Vitti. Lo rende noto Walter Veltroni su twitter: “Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più”.
“La scomparsa di Monica Vitti priva la nostra cultura di una donna e di un’attrice che ha profondamente segnato il nostro cinema, diventando negli anni un modello di espressività, di capacità interpretativa e di sensibilità artistica senza eguali. Si tratta di una perdita che ci priva di una inimitabile interprete e che merita un tributo delle istituzioni e del mondo della cultura”: così Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione.
Nata a Roma, Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, nel 1953 si diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Dopo qualche ruolo di secondo piano in alcune pellicole comiche, viene notata dal regista Michelangelo Antonioni, con il quale intreccia una relazione artistica e sentimentale, che ne fa la sua musa e la protagonista nella sua celeberrima tetralogia cosiddetta dell’incomunicabilità.
Diventa così la tormentata Claudia in L’avventura (1960), la tentatrice Valentina di La notte (1961), la misteriosa e scontenta Vittoria di L’eclisse (1962) e la nevrotica Giuliana in Deserto rosso (1964). E’ Mario Monicelli, su proposta del produttore Fausto Saraceni, a metterne in risalto la sorprendente verve di attrice comica, dirigendola nella commedia La ragazza con la pistola (1968), dove Vitti interpreta il ruolo di Assunta Patanè, una ragazza siciliana che insegue fino in Scozia l’uomo che l’ha “disonorata” (Carlo Giuffré) con l’intento di vendicarsi.
Una volta confermato il suo talento brillante, tra gli altri, in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970) di Ettore Scola, Gli ordini sono ordini (1972) di Franco Giraldi e La Tosca (1973) di Luigi Magni, Vitti, durante gli anni settanta, è protagonista di numerose pellicole del filone della commedia all’italiana. L’esperienza accanto ad Alberto Sordi nei film con lui interpretati per la regia di quest’ultimo sarà quella che l’avvicinerà maggiormente al grande pubblico.
Nel frattempo, anche all’estero molti registi di prestigio la vogliono sul set. Negli anni ottanta torna a lavorare con Michelangelo Antonioni in Il mistero di Oberwald (1980) e Alberto Sordi in Io so che tu sai che io so (1982). Nel 1981 affianca Vittorio Gassman in Camera d’albergo di Mario Monicelli.
Già allontanatasi dalle scene da diverso tempo e prima di ritirarsi definitivamente a vita privata, a causa delle sue condizioni di salute, si mostra al pubblico per l’ultima volta nel marzo del 2002, alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris.
Nel 2021, in occasione dei suoi novant’anni, le è stato dedicato il docufilm Vitti d’arte, Vitti d’amore, diretto da Fabrizio Corallo.
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