Cinema, tv e spettacolo

Dunkirk, Nolan regala un altro capolavoro già in corsa per gli Oscar 2018

Dunkirk è un film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Christopher Nolan.

Ambientato durante la seconda guerra mondiale, il film racconta dell’evacuazione di Dunkerque, ed è interpretato da un cast stellare che comprende Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Aneurin Barnard, James D’Arcy, Barry Keoghan, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance e Tom Hardy.

Dopo aver pianificato questo film per più di 25 anni, Nolan scrisse la sceneggiatura per raccontare la vicenda con pochi dialoghi e tre punti di vista: aria, acqua, terra. Il film è girato su pellicola IMAX 65mm e pellicola a grande formato 65mm. Per aumentare il realismo del film la produzione ha usato in larga parte effetti speciali pratici e vere imbarcazioni che parteciparono all’evacuazione e aeroplani d’epoca.

Dunkirk inizia con un movimento regolare, avanti e  indietro, quasi come le onde della risacca. Una fuga dalle pallottole naziste verso la spiaggia e dalla spiaggia migliaia di soldati respinti dalle bombe cadute dal cielo e portate a riva dal mare.

A questo ritmo sincopato il regista ne fa seguire un altro ancora più ansiogeno: il ritmo della corsa contro il tempo, come il ticchettio di una bomba che non è nemmeno troppo celato e che ritroviamo nella colonna sonora di Hans Zimmer.

Tre linee narrative

Il film è strutturato lungo tre linee narrative, ognuna ambientata in un determinato arco temporale: la prima linea comincia sulla terraferma e copre un arco temporale di una settimana, la seconda linea è ambientata in mare e dura un giorno, la terza copre un’ora di tempo e ha luogo nei cieli, tutto per collassare in un unico racconto.

E’ questo il cinema puro, di movimento e di dettagli, non c’è traccia di retorica, non c’è vittoria, ma solo il contenimento di una sconfitta, dove la mano di un milite ignoto che allontana il corpo senza vita di un compagno che la marea sta riportando a riva è l’emblema della volontà quasi esasperata di allontanare la morte che incombe.

La guerra è fatta di gente senza nome, che vuole soltanto riportare a casa la pelle, non importano gli eroi, Nolan in questa pellicola ha fatto dei soldati un’isola, l’isola che bramano di raggiungere. Perché in guerra, nella guerra che è il caos del Joker, racconta Dunkirk, sopravvivere è tutto quello che puoi fare: “surviving is enough”, come dice l’ennesimo personaggio anonimo alla fine del film.

Perché ogni uomo è un’isola, eppure nessun uomo è un’isola.

Paola Chirico

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