Droga e regolamento di conti allo Zen, due arresti per tentato omicidio
La polizia risolve il caso del tentato omicidio dell’ottobre scorso nel quartiere Zen, a Palermo, e arresta due persone. Si tratta di Vincenzo Viviano e Vincenzo Maranzano, ritenuti responsabili, in concorso, del tentato omicidio di Khemais Lausgi, detto Gabriele Alì.
Il fatto, avvenuto tra le vie del quartiere il 6 ottobre 2016, aveva destato un notevole allarme sociale sia per le modalità esecutive, con un accoltellamento all’addome e delle ferite da arma da sparo, sia per il verificarsi, pochi giorni dopo, del tentato omicidio ai danni di Benedetto Moceo, commesso con un colpo d’arma da fuoco dal figlio, Calogero Moceo, successivamente tratto in arresto.
Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla Procura della Repubblica, svelano una forte conflittualità all’interno dello Zen, dovuta prevalentemente al controllo delle piazze di spaccio (che, principalmente, fanno riferimento ai singoli padiglioni che compongono il quartiere) e degli altri affari illeciti che si svolgono tra le vie del quartiere.
A ottobre scorso, il conflitto è avvenuto fra due gruppi rivali: uno che fa riferimento agli odierni destinatari della misura e l’altro gruppo fa capo Lausgi, personaggio emergente allo Zen, già destinatario di diversi provvedimenti giudiziari per reati connessi agli stupefacenti.
Questi gruppi sono prevalentemente composti da ragazzi molto giovani e spregiudicati provenienti da realtà difficili e, in alcuni casi, con dei collegamenti o parentele con appartenenti a Cosa nostra.