“Dovete pagare 576 milioni di euro”, l’Agenzia delle entrate ha inviato la busta folle: chi la riceve è spacciato

Questa comunicazione dell’Agenzia delle Entrate fa venire i ‘brividi’.
L’Agenzia delle Entrate utilizza diverse modalità di comunicazione per dialogare con i contribuenti. Tra le più comuni ci sono gli avvisi bonari, notifiche inviate per segnalare anomalie nei versamenti o negli adempimenti fiscali. Non rappresentano un atto formale di accertamento, ma un invito a regolarizzare la propria posizione senza sanzioni gravi.
Un altro tipo di comunicazione è l’avviso di accertamento, con cui l’Agenzia contesta formalmente un’irregolarità e richiede il pagamento di imposte, sanzioni e interessi. A differenza dell’avviso bonario, questo atto ha valore legale e può essere impugnato dal contribuente entro i termini previsti.
Ci sono poi le lettere di compliance, che servono a informare i cittadini di possibili incongruenze nelle dichiarazioni fiscali. L’obiettivo è favorire l’adempimento spontaneo, dando al contribuente la possibilità di correggere eventuali errori prima di incorrere in sanzioni.
L’Agenzia invia comunicazioni attraverso il cassetto fiscale, accessibile online con SPID, CIE o CNS. Questo strumento permette di consultare avvisi, cartelle e altri documenti ufficiali, evitando ritardi e favorendo un rapporto trasparente tra fisco e cittadino.
Nuove regole sugli affitti brevi: identificazione e sicurezza
Dal primo gennaio 2025, il settore degli affitti brevi in Italia è stato riformato con norme più rigide per locatori e piattaforme digitali. Tra gli obblighi principali figurano la registrazione degli immobili e il rispetto di nuovi standard di sicurezza. Ogni proprietà deve ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), da esporre sia all’ingresso che online. Chi non si adegua rischia sanzioni tra 800 e 8.000 euro.
Gli alloggi devono inoltre rispettare nuovi requisiti tecnici, come estintori certificati CE ogni 200 mq e sensori per gas e monossido di carbonio installati da tecnici specializzati. L’obiettivo è garantire maggiore sicurezza agli ospiti e una tracciabilità più efficace.

Tassazione, multiproprietari e ruolo delle piattaforme
Chi possiede più di tre immobili in affitto viene considerato un operatore professionale, con obbligo di Partita IVA e SCIA comunale. In caso contrario, sono previste multe fino a 10.000 euro. Inoltre, la cedolare secca al 21% si applica solo al primo immobile: dal secondo al quarto si passa al 26%.
Airbnb, Booking e simili dovranno trattenere il 21% alla fonte sulle somme incassate dagli host e versarle al Fisco. Ogni affitto, infine, va registrato sul portale della Polizia di Stato, per rafforzare i controlli e contrastare l’evasione.