Donna incinta uccisa: teste, marito violento anche con figli

Trapani, 29 mag. – “Carlo Savalli, nel gioco libero, alternava momenti di dolcezza a momenti di violenza. Prendeva i pupazzi e li faceva prima baciare e poi bastonare tra loro. Quando chiedevo perche’, mi rispondeva ‘Sai, papa’ se ne e’ andato’. Sulla cartella redatta da un’assistente sociale si parlava di un periodo di crisi tra i coniugi Savalli che si ripercuoteva sul bambino”. Lo ha riferito davanti alla Corte d’Assise di Trapani, la logopedista Angela Maria Castiglione, che ebbe in cura per alcuni anni il figlio minore di Salvatore Savalli, l’operaio imputato per l’omicidio della moglie Maria Anastasi, uccisa al nono mese di gravidanza e bruciata nelle campagne di Trapani il 4 luglio 2012.

Nel processo e’ imputata anche l’amante di Savalli, Giovanna Purpura. La teste, citata dal legale dell’imputato, l’avvocato Cinzia Pecoraro, rispondendo alla domanda del difensore sui presunti maltrattamenti familiari contestati a Savalli, ha detto: “Dopo il fatto (il delitto, ndr), l’assistente sociale della fondazione Auxilium dove opero, mi racconto’ di aver visto una volta la signora (la vittima, ndr) con dei lividi”. Le violenze domestiche sono state confermate in aula in precedenza dai figli di Anastasi, compreso Carlo, ascoltato lo scorso 6 giugno. Alla domanda sull’attendibilita’ del ragazzino posta dall’avvocato di parte civile, Concetta Inglese, che rappresenta i familiari della vittima, Castiglione ha risposto: “Carlo aveva un disturbo del linguaggio e delle carenze socio-culturali e ambientali, ma era un bambino intelligente e quello che raccontava era attendibile”. Nel corso dell’udienza di oggi sono state ascoltate anche un’altra operatrice dell’Auxilium e una religiosa della comunita’ “Servi di Gesu’ Povero” di Trapani che ospito’ Purpura per alcuni giorni dopo il delitto e prima che venisse arrestata. La prossima udienza il 12 giugno.