PALERMO (ITALPRESS) – La donazione degli organi è un presupposto essenziale per gli interventi di trapianto. In Sicilia, però, si registrano ancora tante opposizioni e questo è un problema “culturale” che va affrontato a partire dal “sì in Comune”, ovvero da quella scelta richiesta al momento del rinnovo del documento d’identità. Lo ha sottolineato in un’intervista all’Italpress il responsabile del Centro regionale trapianti siciliano, Giorgio Battaglia.
In tema di donazione di organi, alla data del 29 ottobre, le dichiarazioni di volontà registrate negli uffici anagrafe dei comuni siciliani erano 891.658, di cui il 58,4% di consenso e il 41,6% di opposizione.
Per il responsabile del centro trapianti siciliano, quindi, “il problema è proprio culturale”. Infatti, si tratta di “un dato quasi contrastante perchè – ha spiegato – c’è stato un premio per i comuni con il maggior numero di accettazioni di donazioni in vita e ha vinto un comune siciliano, Geraci Siculo. Era il comune con più dichiarazioni di volontà in senso positivo in Italia”.
“Il problema è proprio culturale: in quel paesino delle Madonie – ha ricordato Battaglia – una famiglia decise di donare gli organi per una bambina che era in morte cerebrale, anche se poi non li ha potuti dare a causa di una patologia. Fu comunque un modo per sensibilizzare la popolazione: la donazione era un fatto positivo e che non faceva morire la bambina ma la portava in vita attraverso le persone che ricevevano quel dono”. Per Battaglia, “in Sicilia ci vorrebbero tanti di questi esempi in quanto abbiamo un tasso di opposizione – ha continuato – che è quasi il doppio rispetto alle regioni più virtuose. Infatti abbiamo quasi il 50% di ‘nò in Comune rispetto alle regioni più virtuose che si attestano più o meno al 20%”.
Proprio per contrastare l’opposizione alla donazione di organi, il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana, Ignazio Portelli, ha scritto a tutti i sindaci e ai prefetti delle nove province siciliane, secondo quanto concordato in un incontro tenuto proprio con Battaglia.
“E’ un esempio – ha spiegato il coordinatore del Centro regionale trapianti siciliano – di come le istituzioni sono sensibili a questo problema. Abbiamo pazienti che muoiono in lista d’attesa per il trapianto perchè non ci sono gli organi. Il sì in Comune, quando andiamo a rinnovare la nostra carta d’identità, è il sì che dà la vita. Non possiamo chiederlo alle famiglie dietro la porta di una rianimazione in un momento di grande dolore. E’ più facile che decidiamo noi. Quello del Commissario dello Stato ai prefetti – ha continuato – è un modo per sensibilizzare tutti gli operatori di anagrafe perchè informino i cittadini del grande significato sociale che può essere quel ‘sì’ alla donazione. Il ‘sì’ in Comune è la prospettiva migliore per fare uscire la Sicilia da questa arretratezza culturale in cui si trova per una grande opposizione”.
E’ fondamentale, quindi, che la scelta della donazione venga compiuta per tempo e dopo una serena riflessione. Per sensibilizzare efficacemente i cittadini occorre “promuovere la cultura della vita che è la cultura che sta dietro quel sì”, ha affermato Battaglia. “Il Commissario dello Stato ha indirizzato la lettera ai prefetti – ha aggiunto – perchè questi operatori vengano formati in modo adeguato”. Se i cittadini hanno “bisogno di un’informazione e di capire che cosa sta dietro”, la possibilità c’è: con “dèpliant, comunicazione e informazione corretta – ha detto – possiamo interagire e fare comprendere che purtroppo quando la morte cerebrale avviene è sicura. Il legislatore è stato particolarmente sensibile – ha concluso – e ha fatto sì che non ci possano essere deroghe o qualcosa che possa essere dietro, una commercializzazione di organi o tutto ciò che possa essere non trasparente dietro il sì a donare”.
– foto Italpress –
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