“Padre Puglisi è stato un figlio della Chiesa che parla e che non sta in silenzio, che non si inchina davanti alle case dei mafiosi, ma che si inginocchia davanti a Gesù Cristo crocifisso, di una Chiesa che dichiara pubblicamente: con la mafia non si convive”.
Sono le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, dedicate al beato don Pino Puglisi nel 24esimo anniversario del suo assassinio per mano mafiosa a Palermo.
Il porporato definisce il sacerdote “un prete che abitava le periferie”, che “viveva le frontiere senza paura. Perché la paura porta alla morte, il coraggio porta alla vita – aggiunge il cardinale Bassetti -. La mafia lo ha ucciso, ma ha perso. Don Pino invece ha vinto e la sua vita è per tutti un esempio”.
A Brancaccio veglia di preghiera
Il presidente della Cei, che stasera sarà a Palermo dove presiederà una veglia di preghiera per ricordare il sacerdote, spiega perché Pino Puglisi faceva paura alla mafia: “Predicava l’amore nei territori dominati dalla malavita e smascherava l’orrore, la menzogna e la blasfemia che si celava dietro al codice d’onore mafioso”.
Il porporato ricorda anche le parole “chiarissime”, “pronunciate dai Pontefici sulla mafia”, dall’invito alla conversione dei mafiosi di Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993 ad Agrigento, alla scomunica lanciata da Francesco a Sibari, il 21 giugno 2014, per coloro che “vivono di malaffare e di violenza”.
Secondo il cardinale Bassetti, “sarebbe riduttivo definire don Puglisi solo un ‘prete antimafia’, perché egli è stato molto di più. Tutti lo chiamavano ‘padre’. E padre è veramente stato per moltissime persone”.