DON PUGLISI: IL PRETE DELLA GENTE 19 ANNI DOPO, PRESTO BEATO
Palermo, 14 set. – La sua parrocchia era la strada. Qui
ha reso feconda la sua vocazione, decidendo di incontrare gli
uomini, i giovani, dentro la loro fatica di vivere. Qui e’
stato ucciso. Domani sa…
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di redazione
Palermo, 14 set. – La sua parrocchia era la strada. Qui
ha reso feconda la sua vocazione, decidendo di incontrare gli
uomini, i giovani, dentro la loro fatica di vivere. Qui e’
stato ucciso. Domani saranno passati diciannove anni
dall’omicidio di padre Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre
1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno, dalla mafia di
Brancaccio. “Un religioso austero e rigoroso, calato nel
sociale, immerso nella difficile realta’ del quartiere”,
scrivevano di lui i giudici nelle motivazioni della sentenza di
condanna dei killer. Insomma, era il prete della gente. Lo
scorso 28 giugno Benedetto XVI ha riconosciuto che l’esecuzione
ordinata dai boss e avvenuta davanti alla parrocchia di San
Gaetano, fu “martirio” cioe’ “in odio alla fede”. Presto sara’
beatificato.
Anche la Cassazione ha sancito nella sentenza che ha
condannato Giuseppe e Filippo Graviano, che padre Puglisi era
stato ucciso per mettere a tacere un sacerdote scomodo,
socialmente impegnato, un formatore di coscienze.
Aveva fondato il centro Padre nostro, realta’ pensata per
sostenere il percorso di ‘liberazione’ di Brancaccio,
costantemente oggetto di raid vandalici. “Non sono un biblista
– diceva di se’ il parroco – non sono un teologo, ne’ un
sociologo, sono soltanto uno che ha cercato di lavorare per il
Regno di Dio”. Un terreno di impegno nel quale coinvolgere
tutti: “E se ognuno fa qualcosa”, era il senso della sua sfida.
Per tutto questo, per la sua volonta’ di rompere il rigido
controllo della mafia sul territorio e sulle persone, e’ stato
assassinato: un colpo di pistola alla nuca, davanti casa,
esploso dal killer Salvatore Grigoli, adesso collaboratore di
giustizia, condannato a sedici anni. “C’era una specie di luce
in quel sorriso – racconto’ anni dopo – che mi aveva dato un
impulso immediato. Quella sera cominciai a pensarci, si era
smosso qualcosa”.
Definitivamente condannati all’ergastolo i fratelli
Graviano, accusati di avere ordinato il delitto. Ergastolo
anche per gli altri componenti del commando: Gaspare Spatuzza,
Cosimo Lo Nigro, Luigi Giacalone e Nino Mangano.
Domani, alle 10, “Un fiore per Puglisi”: corteo dal
piazzale antistante il Policlinico. Alle 18 Messa in cattedrale
con l’ordinazione di quattro nuovi sacerdoti. La storia
continua.