Don Luigi Ciotti è finito nel mirino di Totò Riina

Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera – associazione che gestisce diversi beni confiscati alla mafia – è finito nel mirino di Toto Riina. Il quotidiano La Repubblica ha svelato oggi il contenuto di nuove intercettazioni effettuate nel carcere milanese di Opera, dove il padrino di Corleone è a colloquio con il boss pugliese Alberto Lorusso. ”Questo prete è una stampa e una figura che somiglia a padre Puglisi”, dice Riina riferendosi al sacerdote palermitano ucciso dalla mafia per il suo impegno nel quartiere palermitano di Brancaccio. “Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo”, (possiamo pure ammazzarlo), afferma Riina.

Le frasi risalgono al 14 settembre del 2013 e portarono ad alzare il livello delle misure di sicurezza a protezione del sacerdote. Ma Don Ciotti non si lascia intimorire anzi replica: le minacce di Totò Riina sono la prova che l’impegno di Libera è incisivo, graffiante e gli toglie la terra da sotto i piedi. C’è una mentalità che dobbiamo sradicare – continua Don Luigi – quella della mafiosità, dei patti sottobanco, dall’intrallazzo in guanti bianchi, dalla disonestà condita da buone maniere. La corruzione sta mangiando il nostro Paese, le nostre speranze!”. Contro le mafie – dice ancora – “ci sono provvedimenti urgenti da intraprendere e approvare senza troppe mediazioni e compromessi. La politica deve sostenere di più questo cammino. La mafia non è solo un fatto criminale, ma l’effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune”.

Le parole di Riina sono inquietanti e ci dicono che non bisogna mai abbassare la guardia soprattutto nei confronti di chi si trova in prima linea nella lotta alle mafie, come il magistrato Nino Di Matteo e Don Luigi Ciotti ai quali esprimo il mio pieno sostegno”. Queste le parole del senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, che ha commentato le intercettazioni delle conversazione in carcere tra il boss di Cosa nostra ed il boss pugliese Alberto Lorusso. “A Riina – aggiunge Lumia – lo Stato deve dare una risposta chiara e netta con l’approvazione in tempi rapidi di un pacchetto di norme che consentano alla lotta alle mafie di far fare un salto di qualità. Alcune di queste, ad esempio il rafforzamento delle misure di prevenzione, l’autoriciclaggio ed il falso in bilancio, sono già contenute nella riforma della giustizia, ma ce ne sono tante altre da adottare. Ecco perche’ – conclude Lumia – torno a chiedere una sessione dedicata in Parlamento”.

“A don Luigi la mia affettuosa vicinanza e il pieno sostegno della Commissione parlamentare Antimafia. Le minacce di Riina intercettate nel carcere di Opera lo scorso anno vanno prese sul serio, soprattutto per l’inquietante accostamento al martirio di don Pino Puglisi. A Don Ciotti va assicurata tutta la protezione e il sostegno necessari. Don Ciotti non è solo e non resterà solo nella battaglia contro i poteri mafiosi”, ha detto in una nota il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi“Non possiamo abbassare la guardia, c’e’ una mafia silente che moltiplica affari e profitti e penetra in ogni settore della vita del paese approfittando della crisi economica”, dice ancora Bindi.

“L’impegno di Don Luigi ci dice che per la lotta alla mafia non servono proclami o moralismi. Bensì ogni giorno, con un umile coraggio, serve condurre la battaglia per affermare i diritti dei più deboli e affermare la legalità con fatti concreti, che anche la politica deve compiere”. Così infine Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà.