Docente sospesa a Palermo. La vicenda riguarda un episodio che risale allo scorso 27 gennaio quando in occasione della Giornata della memoria, presso l’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo alcuni studenti hanno presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Adesso a pagare per quello che, secondo gli uffici del ministero, è un atto grave, è l’insegnante di italiano delle classe che avrebbe dovuto vigilare sull’operato dei suoi alunni.
Da sabato scorso e per due settimane Rosa Maria Dell’Aria, professoressa di Italiano, non presta servizio, dopo che l’Ufficio scolastico provinciale le ha inflitto un provvedimento disciplinare che prevede anche il dimezzamento dello stipendio.
Lo scorso 28 gennaio scorso, sul profilo di Claudio Perconte, attivista di destra che scrive per siti di estrema destra come “Vox” e “Primato nazionale”, era comparso un tweet, indirizzato al ministro all’Istruzione Marco Bussetti: “Salvini-Conte-Di Maio? Come il reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede all’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, dove una prof per la Giornata della memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?”.
Segnalazione che è arrivata dritta dritta al ministero che ha deciso il provvedimento di sospensione per la docente accusata di avere “plagiato” le giovani menti dei suoi alunni.
“Il ministro Bussetti ha ordinato l’ispezione e comminato la pena – sottolinea Corradino Mineo , capolista de La sinistra in Sicilia e Sardegna. Il ridicolo – meglio dire la cosa grottesca- è che è proprio il Ministro dell’interno a scimmiottare continuamente il duce, copiandone le pose e sostenendo -contro la Costituzione – che fascisti e anti fascisti sarebbero la stessa cosa. Chiederò subito se sussistono gli estremi per procedere in giudizio contro il ministro Bussetti, per abuso di potere e ostacolo allo svolgimento di un pubblico servizio. All’insegnante, che ha diritto a pubbliche scuse da parte del ministro, tutta la solidarietà mia e de La Sinistra.”
“L’unico dato certo, ad oggi, è che il decreto sicurezza nella sua parte in cui lede i diritti dei migranti è stato giudicato da chi ha competenza formale a farlo, come illegittimo, inadeguato, lesivo appunto di diritti fondamentali. Infatti i Giudici ne hanno già sanzionato alcuni effetti nefasti”.
Lo ho dichiarto il Sindaco Leoluca Orlando, a nome di tutta la Giunta comunale, in merito alle notizie su un provvedimento sanzionatorio adottato nei confronti di una docente della scuola Vittorio Emanuele di Palermo.
“Se un gruppo di studenti ha liberamente scelto di accostarlo, come molti abbiamo fatto, alle leggi razziali del 1938, ha tutta la nostra condivisione.
Certamente se quegli studenti fossero stati forzati in quel senso sarebbe stato grave, ma non sembra che questo sia il caso ed il provvedimento adottato nei confronti della professoressa Dell’Aria appare non sproporzionato, ma del tutto immotivato.
Il Ministero, piuttosto che sanzionare docenti e attentare alla libertà di docenza ed espressione, si preoccupi di favorire lo studio della storia e delle nefandezze che il nazifascismo ha compiuto contro gli italiani e nel mondo.”
Molto critico nei confronti del provvedimento anche Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e candidato al Parlamento Europeo nelle liste Pd-SE (collegi Italia centrale e insulare): “Qualche giorno fa, tra le polemiche per gli striscioni censurati, il capo della polizia ha sentito l’esigenza di precisare che il Corpo che guida non è al servizio di un Ministro.
Poi è stata la volta di Facebook, intervenuto per chiudere 23 pagine che diffondevano fake news, senza contare che stando così le cose, tra 5 giorni Radio Radicale chiuderà i battenti.
Intanto a Palermo le indagini vengono indirizzate sul lavoro di una docente, la cui colpa sarebbe quella di non aver censurato la libertà d’espressione sui suoi studenti. Soffia un vento antidemocratico allarmante nel nostro Paese. Che va arginato prima che sia troppo tardi”.
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