Distretto Socio Sanitario D49, oltre 600 famiglie a rischio assistenza

Distretto Socio Sanitario D49. Le cooperative sociale del Distretto 49, sono ritornate, in questi giorni, a denunciare i gravi ritardi nell’ erogazione di risorse per le politiche di welfare. Secondo Francesco Di Mauro, operatore sociale della cooperativa Health & Senectus si tratta di circa “4 milioni di euro presenti, mai utilizzati e che saranno dispersi.” È il caso per esempio di oltre 1 milione di euro che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha finanziato nel 2017 per contrastare la povertà con il SIA, PON Inclusione 3, ma che rischia di essere un’utopia. “ Molte di queste risorse – continua Di Mauro – hanno una scadenza, per questo serve urgentemente un supporto tecnico esterno che le gestisca e programmi .”

Distretto Socio Sanitario D49: comune capofila Lentini

I distretti socio sanitari furono istituiti in Sicilia, durante la presidenza Cuffaro, con il Decreto Presidenziale 4 novembre 2002, definendo l’ambito territoriale di riferimento del processo attuativo della legge n. 328/2000. Il Distretto 49, riguarda la provincia di Siracusa, ed ha come comune capofila Lentini coprendo anche i comuni di Carlentini e Francofonte. Le cooperative sociali Health & Senectus e Iblea Servizi Territoriali, socie della Rete Sol.Co., ONLUS Corallo, Ad Maiora e dall’Associazione Onlus La Meta, gestiscono circa il 95% dei servizi sociali del Distretto in questione.

150 lavoratori rischiano il licenziamento: 600 le famiglie bisognose di assistenza

Quello che hanno denunciato con una nota indirizzata al Dipartimento della Famiglia e Politiche Sociali e la grave situazione che coinvolge da un lato 600 famiglie con anziani, disabili e minori che rischiano di non ricevere più l’indispensabile assistenza per ragioni amministrative e finanziarie, e dall’altro i 150 lavoratori che potrebbero essere licenziati, da qui la richiesta di sbloccare le ingenti risorse economiche che risultano ancora congelate invece di essere investite per rimettere in moto il sistema.

L’idea proposta è la realizzazione di una cabina di regia che coordini le forze e risorse provinciali, analizzando criticità e bisogni del territorio, ma soprattutto porti alla luce le responsabilità che spettano agli enti pubblici. “Come possiamo accettare che il Gruppo Piano, che rappresenta di fatto la struttura tecnica per la programmazione del Piano Zona, non si riunisca da tre anni ?” conclude Di Mauro – “servono risposte concrete. Intanto le persone sono private di servizi assistenziali, agli operatori non viene garantito lo stipendio e l’intera macchina organizzativa delle cooperative è messa in discussione.”