Cronaca

Dissesto al comune di Leonforte, 14 richieste di rinvio a giudizio per falso

ENNA – Le Fiamme gialle del Comando Provinciale di Enna hanno concluso le indagini coordinate dalla locale Procura volte a verificare la corretta redazione dei bilanci del Comune di Leonforte, in dissesto dal 2015 ed ammesso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale dalla Corte dei Conti – Sezione di Controllo per la Regione Siciliana. All’esito delle attività investigative, l’autorità giudiziaria ha emesso un “avviso di conclusione delle indagini preliminari” e successivamente “richiesto il rinvio a giudizio” per 14 indagati – componenti politici, funzionari amministrativi e membri dell’organo di revisione – per il reato di falso ideologico in atto pubblico aggravato, perpetrato nel tempo, tra il 2015 e il 2019.

Le attività investigative, eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Enna, hanno appurato che gli indagati, nell’esercizio delle pubbliche funzioni ricoperte, hanno formato e certificato false previsioni di entrata, prive di motivazione o basate su provvedimenti illegittimi, nonchè scientemente sottostimato previsioni di spesa, con l’occultamento di debiti a carico dell’Ente, fornendo una falsa rappresentazione dei risultati di gestione per gli anni dal 2015 al 2019 al fine di celare l’effettivo deficit finanziario di quasi 6 milioni di euro in cui versava il Comune.

Tali conclusioni sono state inoltre confermate a seguito della verifica amministrativo-contabile, eseguita presso l’Ente, dal funzionario dell’Ispettorato Generale di Finanza della Ragioneria Generale dello Stato nominato consulente tecnico d’ufficio dalla Procura. L’approvazione dei falsi bilanci per il periodo 2015-2019, ha compromesso, innanzitutto, le corrette valutazioni da parte della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, permettendo al Comune di proseguire nella procedura di risanamento approvata nel 2015 con il Piano pluriennale di riequilibrio finanziario, e dall’altra, di effettuare indebitamente spese maggiori rispetto a quelle consentite (pari ad almeno 1.5 milioni di euro), sfuggendo all’applicazione delle sanzioni previste dal “patto di stabilità”, che limitava le spese dell’Ente al fine di prevenire eventuali danni erariali. Per tale ultimo aspetto è stata infatti rimessa alla valutazione della competente magistratura contabile la responsabilità per danno erariale dei dipendenti comunali coinvolti.

– foto ufficio stampa Guardia di finanza –

Redazione

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