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Disgelo USA-Cuba e Corea Nord-Sud

Alla fine dell’anno già archiviato, con il carico di tutti i suoi eventi, buoni e cattivi; si è verificata una strana quanto singolare concomitanza, legata al freddo e al gelo, di portata internazionale, che ha interessato quattro nazioni: Usa-Cuba e le due Coree. Infatti, mentre buona parte del mondo, a causa di una forte depressione atmosferica, è andata sotto neve e gelo; si sono verificati due eventi di disgelo nei rapporti tra Usa-Cuba e le due Coree. Obama, con una coraggiosa quanto lodevole iniziativa, disapprovata dai repubblicani anticastristi, ha riallacciato i rapporti diplomatici con Cuba, annunciando, anche, la fine dell’embargo entro il 2015. Sul versante asiatico, subito dopo, il dittatore della Corea del Nord, ha lanciato un messaggio distensivo, a quella del Sud, di questo tono: “cambiamo i nostri rapporti” !

I due eventi hanno avuto una risonanza mondiale, con entusiasmante approvazione, e sono stati definiti storici come la caduta del muro di Berlino. L’evento Usa-Cuba è stato mediato da Papa Francesco; e quello delle due Coree lo si deve ad u ammorbidimento delle posizioni oltranziste fin qui tenute dal dittatore nordcoreano. Ora, alla fase preliminare, che è quella dell’annuncio del processo di disgelo tra le parti, seguirà l’iter procedurale, non semplice e piuttosto complesso, per consolidare, con i fatti, la volontà di instaurare nuovi e distensivi rapporti. Il nuovo corso intrapreso da queste nazioni, in particolare quello Usa-Cuba, dopo cinquantenni di gelo tra le parti è dovuto, in larghissima misura, alla autorevole mediazione di Papa Francesco, grande predicatore “pro pax”, che non perde mai l’occasione di citare la seguente frase: “è facile fare la guerra, ma è difficile fare la pace” !

Ed allora: è ipotizzabile che i due eventi siano collegabili a qualcosa di straordinario che è in controtendenza con quelli destabilizzanti che si susseguono, con ritmo crescente, in molte altre nazioni ? Si, ma la straordinarietà sta, oltre che nel determinante intervento di Papa Francesco nella questione Usa-Cuba, anche nella presa di coscienza dei capi dei governi nella inutilità di perseverare sul mantenimento di posizioni radicalizzate, assurde, fuori dalle logiche economiche e penalizzanti per le convivenze nazionali e internazionali. L’inizio del processo distensivo tra le nazioni interessate, che avrà presto i suoi tanto attesi e meritati sviluppi, non è riconducibile solo ai paesi interessati, perché sarebbe riduttivo della sua importanza, ma a tutte quelle nazioni (non poche) che vivono stati di tensioni interne ed esterne.

E’ auspicabile, nell’immediato, un diffuso contagio capace di rimuovere le situazioni anomale per creare un mondo migliore.

Ettore Vinciguerra

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