Discarica di Bellolampo, Diego Cammarata a giudizio per disastro ambientale

Si chiudono le indagini che riguardano l’inquinamento della discarica di Bellolampo, alle porte di Palermo. Il sindaco Diego Cammarata e dodici ex amministratori dell’Amia sono accusati di disastro ambientale. Il percolato infatti, ovvero il liquido prodotto dai rifiuti, si è infiltrato nel sottosuolo fino a raggiungere pozzi e falde acquifere. Questo il risultato delle analisi disposte dai pm Maria Teresa Maligno e Carlo Manzella, dopo la denuncia di alcune associazioni ambientaliste che segnalavano la presenza di un lago di percolato all’interno dell’impianto. Durante i controlli i carabinieri del Noe avevano trovato anche rifiuti speciali.
Sotto indagine ci sono oltre al primo cittadino di Palermo, l’ex liquidatore Gaetano Lo Cicero (attuale direttore generale del comune), gli ex presidenti del consiglio di amministrazione Vincenzo Galioto e Marcello Caruso, gli ex direttori generali, gli ex direttori del Dipartimento Impianti e alcuni funzionari. Tutti sono accusati di concorso in disastro doloso, adulterazione di sostanze alimentari e abbandono di rifiuti pericolosi sul suolo e sul sottosuolo.
Già nei mesi scorsi, dopo i primi esiti della analisi comunicate dalla Procura, l’Amap ha comunque assicurato che i pozzi inquinati non sono collegati alla rete cittadina. ‘E comunque l’acqua viene sottoposta ad analisi accurate prima di essere immessa in rete”.
A Cammarata e Lo Cicero viene anche contestata l’accusa di abuso d’ufficio, perché secondo la Procura avrebbero rimosso illegittimamente a gennaio 2009, il direttore di Bellolampo, Giovanni Guicciardi poiché si opponeva a gettare i rifiuti in discarica senza tutti i passaggi previsti.
(Teleoccidente)