DC Nuova: “Chi ha dato il patentino di moralità a Calenda e Ferrandelli?”

“Troviamo davvero singolari le parole di Calenda che parla addirittura di abominio morale in merito alla circostanza che Cuffaro sia sceso in campo con la Democrazia Cristiana Nuova. Ci chiediamo chi gli abbia dato il patentino di moralità”. Lo dichiarano i dirigenti del partito, Eleonora Gazziano, responsabile regionale Diritti Umani, Andrea Piazza responsabile regionale Legalità e Marco Traina responsabile provinciale Giustizia.

“Agli innamorati di questa bella Costituzione che vi portate sotto braccio e consultate a vostro piacimento vorremmo dire che non basta dire ‘faccio ammenda’, perché  – dicono i tre dirigenti – i voti di Cuffaro e Miccichè che hanno consentito a +Europa di poter costituire il gruppo in consiglio comunale nessuno li ha schifati, nessuno ha fatto appello alla morale o all’etica”.

“Spiace vedere un partito dalla storia garantista – o almeno pensavamo lo fosse – fare una fine ignominiosa. Fa male vedere +Europa che porta con sè una storia radicale nella figura di Emma Bonino genuflessa ai dictat di Carlo Calenda.

E’ l’ultima fase della campagna elettorale per le amministrative di Palermo che ci stiamo giocando lealmente, a viso scoperto, senza risparmiare le nostre energie ma soprattutto senza screditare gli avversari. Noi – proseguono i dirigenti – non vediamo l’ora di arrivare al fatidico giorno, il 12 giugno per fare vincere il nostro progetto ma soprattutto per far cessare le ostilità contro Totò Cuffaro perché riteniamo questa gogna sia paragonabile al fango che cola e non passa giorno che lo stillicidio annoveri nuove adesioni, ultimi in coda Carlo Calenda e Fabrizio Ferrandelli”.

“Nel caso di Ferrandelli a differenza di altri ‘critici’ la conversione contro è recente e contraddittoriamente valutabile, visto che il medesimo Ferrandelli aveva accettato e beneficiato dell’appoggio personale di Cuffaro alle precedenti competizioni Amministrative.

La considerazione retorica ‘Cuffaro è un condannato per mafia’, conseguentemente, è un indegno al pari di coloro che lo sostengono. È diffamante non solo per Cuffaro ma lo è per tutte le persone per bene che hanno messo la faccia in questo progetto: candidati e non, persone che Ferrandelli conosce bene.

È notorio, ma forse non a tutti chiaro, che Totò Cuffaro è stato condannato per favoreggiamento personale aggravato di un medico dichiarato mafioso, scontando interamente la pena tendente alla
rieducazione (art. 27 della Costituzione). La vicenda processuale, e chi la conosce sa, è stata suffragata da elementi indiziari e che la circostanza aggravante ‘favoreggiamento di un mafioso’ è stata riconosciuta nella sentenza di Appello, diversamente sarebbe intervenuta la prescrizione ed innanzi la Corte Suprema di Cassazione il Procuratore Generale Giovanni Galati nella requisitoria aveva escluso la sussistenza dell’aggravante mafiosa”.

L’avvocato Andrea Piazza, anche in qualità di familiare di vittima di mafia, la dottoressa Eleonora Gazziano e l’avvocato Marco Traina “pur prendendo atto che la condanna nei confronti di Cuffaro è passata in giudicato, rimarcano la fragilità del nostro sistema giudiziario che può condizionare la necessaria terzietà nell’esercizio delle funzioni del giudicante e la funzione di promotore di giustizia del pubblico ministero. Siamo convinti sostenitori de pensiero di ‘Sciasciana’ memoria ‘la mafia si combatte col diritto non con la terribilità’ che da mesi portano avanti questa squadra di boia.  Restiamo fermamente solidali con il Commissario Regionale  Salvatore Cuffaro, legittimato dal nostro stato liberale di autodeterminarsi pur non potendo esercitare al momento il diritto di elettorato passivo. Auspichiamo che questo clima di contrapposizione venga meno, vogliamo che prevalga la logica coerente del confronto sui temi politici e non l’aggressiva squalifica personale le cui ricadute negative si estendono a dirigenti di partito, candidati, familiari ed amici. Siamo speranzosi, desideriamo che prevalga il buon senso”.