Dionisiache Segesta, lunedì 19 e Martedì 20 agosto Lysistrata da Aristofane. Il sesso fa muovere il mondo e Lysistrata lo sa, ne è convinta e mette in atto uno stratagemma creativo e surreale: tutte le donne greche dovranno astenersi dall’avere rapporti sessuali con i mariti finché la guerra del Peloponneso non sarà cessata.
Ma nel tentativo di rovesciare le regole della società maschilista del tempo, Lysistrata è in fondo costretta a confermarle e a conti fatti sembra proprio che il potere decisionale delle donne rimanga legato esclusivamente al sesso. Purtroppo con il suo eroico sciopero otterrà soltanto un’uguaglianza ed una pace provvisorie.
Banned Theatre propone per lunedì 19 e martedì 20 agosto, alle 19.45, nell’ambito del Calatafimi Segesta Festival Dionisiache 2019, direzione artistica di Nicasio Anzelmo, un divertentissimo adattamento della famosa commedia di Aristofane ed affronta con impegno il tema universale della guerra, con la regia di Valentina Ferrante e Micaela De Grandi. “In realtà la guerra è più un affare da donne, perché esse ne sopportano il peso due volte: partoriscono i figli con dolore, li allevano con tanto amore e poi li vedono andare via a fare i soldati!”.
Le madri portano la vita dentro e ne comprendono appieno il valore. Stop the war! E’ il grido delle donne e madri di Atene che, nella moderna rielaborazione della paràbasi, evocano una visione profetica dei giorni nostri, travolti da guerre e conflitti di varia natura: religione, denaro, potere. Sono quelle stesse guerre che strappano i figli alle madri. Stop the war! “Polemos è padre di tutte le cose”, diceva Eraclito. Se non ci fosse guerra tra i contrari non ci sarebbe vita. Ma il Logos come Padreterno, ovvero colui che è armonia in profondità, forse si disvela nella maternità, nel meraviglioso atto della procreazione, dunque, della creazione.
Se la negazione dell’atto sessuale potesse risolvere un conflitto, a cosa potrebbe portare il rifiuto alla procreazione? Segnerebbe la fine dell’umanità. La madre è dunque sacra. Nell’atmosfera giocosa della Lysistrata si toccheranno temi salienti, evidenziando l’aspetto comico del testo di Aristofane e offrendo uno spettacolo al contempo divertente e riflessivo. Una messinscena essenziale che nasce in co-produzione con il “Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2016” e si sviluppa da un lavoro di improvvisazione degli attori com’è tipico del “modus creandi” della compagnia.
Attraverso l’uso delle maschere e coadiuvati dalle efficaci musiche originali di Luca Mauceri, i sei attori in scena esploreranno il caleidoscopio dei tipi umani con esilaranti capovolgimenti dei generi maschile e femminile. Lysistrata: regia di Valentina Ferrante e Micaela De Grandi; con: Giovanna Criscuolo, Micaela De Grandi, Valentina Ferrante, Federico Fiorenza, Massimiliano Geraci, Luigi Nicotra, Giovanni Rizzuti. Musiche di Luca Mauceri; costumi di Nunzia Capano; elementi di scena Michele De Grande e Simona Ferrante, assistenti alla regia Luigi Nicotra e Roberta Andronico.
Una Palermo assolata e polverosa fa da sfondo alla storia d’U biunnu. Il biondo, bambino dalla pelle chiara e dagli occhi azzurri, è troppo delicato per la vita dura di periferia.
Nasce così il rapporto speciale di protezione e di amicizia con il cugino, il suo opposto: il “boss” del quartiere, “nero con gli occhi neri”, un dualismo perfetto tra i due cugini, che si completano a vicenda”i piedi e la testa, la testa e i piedi, un gioco, se lo si fa in due non si cade”.
Luana Rondinelli con “A testa sutta”, regia e con Giovanni Carta, che va in scena lunedì 19 agosto, alle 21.30, alla Circiara, a Calatafimi Segesta, nell’ambito delle Dionisiache 2019, direzione artistica di Nicasio Anzelmo, prosegue qui il percorso iniziato con Giacominazza, un percorso che indaga la diversità e la sua forza. “A testa sutta” è un testo toccante, che si muove tra l’ombra dell’emarginazione e la luminosa spontaneità dei sentimenti. “Sullo sfondo di una Palermo che restasse a guardare con le sue strade polverose e pettegole – spiega Luana Rondinelli – ho immaginato di ricostruire il palcoscenico di un’infanzia dalle ore fragili e dai giochi duri, propri di quel rito di iniziazione che è la vita. La poesia avrebbe inondato il paesaggio delle palazzine popolari, velenose come alveari e fitte di complice vivacità, e si sarebbe snodata nei cortili, nelle strade terrose, nel chiasso dei bambini di strada fino a raccontarci di due personaggi opposti ma complementari”.
U biunnu, bambino dalla pelle bianca e affetto dal “candore del cuore” e suo cugino, il “mafiosetto” del quartiere, che si è fatto carico della fragilità del biunnu, “abbabbasunnato” in mezzo alla strada, in perenne conflitto tra il suo delicato mondo interiore e la cruda realtà in cui è costretto a muoversi. “E come dalla terra arida della Sicilia – aggiunge – fiorisce il profumo dei gelsomini, così dal degrado sociale sboccerà un piccolo esempio di acerba bellezza, in cui scopriremo che i due personaggi non sono che uno solo, e che entrambi sono cresciuti tenendosi metaforicamente la mano, pur osservando la vita da due prospettive diverse, sentendola sulla pelle agli antipodi, là dove i piedi e la testa di uno saranno la testa e piedi dell’altro, ma unico resterà il baricentro dei cuori”.
“Rondinelli – scrive Alessandro Paesano su teatro.it – sa infondere alla lingua siciliana una vitalità dirompente che è la stessa che anima i vari personaggi che emergono dal racconto. (…) Carta in scena sa volare, districandosi nei continui cambi di rotta di un testo che non si ferma mai ma va sempre oltre nel ritmo, nel senso, nel significato, nel racconto, in questo o quel personaggio che emerge, scompare e ritorna, sempre attento a rimanere sull’onda del racconto, sostenuto dall’energia di questo o quel personaggio, di questo o quel momento del racconto”. “A testa sutta” regia e con Giovanni Carta; musiche Massimiliano Pace; produzione Teatro Segreto Napoli.
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