Cronaca

Dieci chili di hashish in auto, fermati tre catanesi e tre palermitani

Arrestati dai carabinieri sei catanesi, corrieri della droga in trasferta. Sequestrati 10 chili di hashish.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palermo Piazza Verdi stavano effettuando un servizio di controllo del territorio e di contrasto al mercato degli stupefacenti nel quartiere Sperone, quando hanno notato due macchine con delle persone a bordo “mai viste in precedenza”, aggirarsi per le vie del quartiere con fare sospetto.

Controllate le targhe alla banca dati, è emerso che i proprietari fossero residenti in provincia di Catania.

I militari dell’Arma insospettiti li hanno seguiti a debita distanza, finché non hanno visto entrare le due autovetture in un cortile. Gli occupanti delle autovetture scesi dai mezzi si sono diretti a piedi verso un’abitazione, guardandosi intorno con circospezione.

Gli operati avvicinatisi ad una finestra hanno circondato l’immobile, e da una finestra posteriore hanno visto che su di un tavolo vi erano poggiati alcuni panetti di hashish.

I nomi degli arrestati

Fatta irruzione nel locale i Carabinieri hanno bloccato ed identificato: Diego Aiello nato a Biancavilla (CT) classe 1995, residente a S. M. Di Licodia (CT), Giuseppe Aiello nato a Catania classe 1982, residente a Biancavilla (CT), Nicolo’ Cannata nato a Palermo classe 1986, residente a Bagheria, Antonino Mercurio nato a Palermo classe 1987, ivi residente, Antonino Rindone nato a Catania classe 1990, residente a Misterbianco (CT) ed un minorenne palermitano.

Complessivamente sono stati rinvenuti e sequestrati 100 panetti di hashish (così come confermato dall’esame del Narcotest), da 100 grammi cadauno per un peso totale di 10 chili.

Le somme di denaro maggiori, ragionevolmente destinate all’acquisto dello stupefacente, sono state trovate indosso ad Giuseppe Aiello che era in possesso di 6.035 euro e Antonino Rindone che aveva in tasca 10.475 euro.

Numerosi i telefoni cellulari sequestrati, anche con doppia scheda sim, verosimilmente utilizzati per mantenere i contatti tra gli arrestati che su disposizione delle rispettive Autorità Giudiziarie sono stati tradotti presso la casa circondariale Pagliarelli di Pagliarelli, mentre il minore presso il C.P.A. “Francesca Morvillo” di Palermo.

Redazione

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