“Ottanta”: debutta l’amore onirico di Diana, duo rivelazione della scena siciliana

DIANA, il duo elettronico formato da Roberta Arena e Sonja Burgì, già vincitore di Arezzo Wave Sicilia 2017, è la band rivelazione della nuova scena siciliana e prepara l’uscita del suo album d’esordio: And You Can’t Build The Night”. In uscita il 24 novembre il primo singolo “Ottanta”, seguito dal videoclip curato dal regista Giuseppe Lanno.

Pop sognante e nostalgico

Sonorità elettroniche e algide, segnano un pop sognante e nostalgico, ricordi ninenties affiorano qua e là su pezzi che ricordano i Pixies dei primi album,  My Bloody Valentine e lo shoegaze inglese. Diana è un duo tutto al femminile, Roberta Arena (testi, musica, voce, chitarre, synth) e Sonja Burgì (synth, cori), che sorprende per gli accostamenti di stili e per una lirica inaspettata che scorre fluida su testi emozionali che descrivono un mondo sognante ed etereo. Già vincitrici di Arezzo Wave Sicilia 2017, DIANA è la band rivelazione della nuova scena siciliana.

Un duo, che potrebbe sembrare britannico o statunitense per cifra estetica e poetica, e soprattutto per l’utilizzo della lingua inglese in molti dei pezzi, ma Roberta e Sonja vivono e lavorano a Palermo. Una città che rivive dentro il mondo di Diana, dove già ad un primo ascolto si evidenziano tracce malinconiche di un’ inquietudine urbana e decadente specchio di una Palermo che vive oggi una nuova evoluzione musicale e artistica. “Diana per me è l’inconscio, l’espressione di un pensiero che non riesci ad esprimere in altri modi, il mio alter ego musicale”, racconta Roberta, un raffinato animo artistico che si cela dietro un insospettabile impiego da contabile.

Due donne e due immagini della femminilità

Due donne e due immagini della femminilità, che sembrano quasi speculari l’una all’altra: scura e introspettiva la prima, bionda e leggera la seconda, le incontri e scopri subito l’amicizia che le lega. “Ci conosciamo da prima di iniziare a suonare insieme – continua Roberta, la fondatrice del gruppo – Quando iniziai a comporre i brani per Diana, spesso registravo a casa e un giorno Sonja passò a trovarmi. Le feci sentire qualche brano e lei ne fu subito entusiasta. Per la realizzazione dei pezzi dal vivo avevo bisogno di qualcuno che mi affiancasse e pensai che lei fosse la persona adatta per seguirmi in quest’avventura”.

Ottanta, l’amore infantile

Il primo singolo di Diana è in uscita il 24 novembre su tutte le piattaforme digitali: “Ottanta”, un brano liquido che descrive un amore infantile, nel quale lo stile onirico e malinconico del cantato si contrappone alla potente sezione ritmica e ai suoni taglienti delle chitarre. Il singolo ha anche ispirato la realizzazione di un videoclip, curato dal giovane regista Giuseppe Lanno che vede come protagonista Gina Collazos, nota ballerina di origine colombiana già presente in alcuni video dell’icona del pop mondiale Ricky Martin. Gina alternando momenti di danza e recitazione ha interpretato il ruolo di una donna che non riesce a liberarsi da un incubo fatto di continue vessazioni.   “Ci siamo divertite moltissimo a realizzare questo videoclip – racconta Sonja- Diana è un’alter ego, per questo abbiamo immaginato il video come una lotta tra ciò che vogliamo far apparire e ciò che siamo realmente.”

Bisognerà attendere invece il nuovo anno per ascoltare l’intero album realizzato ad Indigo, lo studio di produzione e registrazione palermitano, che ha già curato i lavori di Alessio Bondì, Sergio Beercock e molti altri. L’album And You Can’t Build The Night uscirà la prossima primavera.

“Il titolo dell’album riprende una canzone per me fondamentale – racconta Roberta- “And You Can’t Build The Night” l’ho scritta tutta ad un fiato, lì ho deciso che sarei diventata Diana. Quella canzone scandisce l’inizio di un cambiamento profondo, per questo ho deciso di chiamare così l’intero l’album. Quando compongo la mia musica prima delle parole immagino dei luoghi, dei visi, delle scene. Sarà un album molto immaginifico.”

 Canzoni che diventano le compagne perfette di un viaggio alla scoperta della propria interiorità in cui abbandonarsi per fluttuare senza peso.