Tra le 66 aree che sono state selezionate per il deposito di rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività c’è anche la Sicilia. La Sogin ha, infatti, pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico.
In particolare per la Sicilia sono stati individuati come siti: Trapani, Calatafimi-Segesta, l’area fra Castellana Sicula e Petralia Sottana, Butera.
Non tardano però ad arrivare le reazioni dal mondo della politica. Il M5S all’Ars ribadisce il suo secco rifiuto: “No al deposito di scorie nucleari in Sicilia – afferma Nuccio Di Paola -. Vorremmo capire cosa ha fatto Musumeci in questi due anni per non tramutare in carta straccia, la volontà del Parlamento siciliano. Se non ha fatto nulla, come crediamo, recuperi l tempo perso, ci sono ancora i margini per farlo”.
“La Sicilia – affermano i deputati 5 stelle della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito -, già martoriata sotto il profilo ambientale, non può e non deve diventare centro di stoccaggio dei rifiuti nucleari. Musumeci dovrà impegnarsi a non accogliere le proposte della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) approvata ora. Il presidente non può continuare ad ignorare il Parlamento e la democrazia. Non speravamo di certo nella sua sensibilità ambientale per la tutela della nostra Regione, ma almeno rispetti gli elettori che rappresentiamo”.
Anche l’assessore regionale Territorio e Ambiente Toto Cordaro ha espresso la sua opinione: “La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l’idea di scelte calate dall’alto – afferma -. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra Governo nazionale, Governo Regionale e le comunità locali interessate”.
“Il Governo Musumeci, quindi, ha posto da sempre il tema della tutela ambientale ai primi posti della sua azione e rassicuro tutti che continueremo ancora a farlo con decisione. Il confronto è essenziale, senza fare terrorismo ma neppure senza minimizzare”, conclude Cordaro.
Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea Regionale Siciliana ha definito la mossa “un colpo basso dal governo Conte nei confronti della Sicilia con un’azione di soppiatto che oggi individua la nostra regione quale sito per il deposito di rifiuti radioattivi. La Sicilia non sarà mai una terra dei fuochi come la vorrebbe questo governo che ha fatto elaborare ad una società di Stato, Sogin, la mappa dei siti dove allocare le scorie radioattive. Sono certa che si leverà una protesta di tutti i siciliani per dire no a questa follia”.
“Prima di parlare di depositi di scorie nucleari – afferma l’eurodeputato Ignazio Corrao – al Sud lo Stato italiano pensi a garantire le bonifiche per i siti inquinati che aspettiamo da oltre vent’anni, un ciclo dei rifiuti virtuoso e lo stop alle trivellazioni. Se uno Stato ha ampiamente dimostrato di aver fallito l’ordinario nelle regioni del Mezzogiorno, con quale faccia si propone di gestire anche lo straordinario come l’individuazione e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi? La mappa è vergognosa anche perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel Mezzogiorno del nostro Paese”.
“Assolutamente discutibile – sottolinea l’eurodeputato – è inoltre la scelta dell’Italia di dotarsi di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine e contemporaneamente i rifiuti di bassa, media ed alta attività. Si tratta dell’unico caso al mondo”, conclude Corrao.
“Le aree interne della Sicilia hanno bisogno di investimenti, non dei rifiuti radioattivi – dichiarano gli amministratori e i militanti della rete dei cento passi della provincia di Trapani, dell’area delle Madonie e del comprensorio di Caltanissetta -“.
“L’ipotesi di allocare centri di stoccaggio nelle Madonie, nel trapanese e nella provincia di Caltanissetta ci appare semplicemente irricevibile. Rispondere ai bisogni dei territorio con la proposta di trasformazione di queste aree in discariche radioattive è semplicemente irricevibile perché offensivo e mortificante per queste comunità”.
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