Una enorme colata di cemento riempita di rifiuti nucleari e sotterrata per almeno 350 anni sotto una collina artificiale, per 10 ettari complessivi all’interno di un’area interdetta ad ogni attività economica grande 150 ettari. E’ quello che potrebbe sorgere, in futuro, nella campagna di Trapani nel territorio di Fulgatore-Dattilo o in quello di Calatafimi Segesta.
A due passi da dove oggi i siciliani vanno ogni giorno a cercare i migliori cannoli dell’isola, o da dove migliaia di turisti ogni anno vanno a vedere il tempio dorico di Segesta, il Governo ipotizza di creare il deposito nazionale delle scorie nucleari.
“Ai fusti riempiti di scorie nucleari – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – preferiamo i cannoli riempiti di ricotta: almeno quelli non diventano drammaticamente pericolosi nel caso in cui si verifichi un terremoto potente come quello che ha colpito l’area del Belìce 55 anni fa e che potrebbe, purtroppo, colpire da un momento all’altro anche a Segesta o Fulgatore. In linea d’aria – aggiunge La Rosa – non sono neanche 50 chilometri di distanza”.
Federconsumatori Sicilia è pronta a difendere il diritto dei cittadini del trapanese, e di mezza Sicilia, a vivere in piena sicurezza e senza alcun rischio per la salute derivante dalla presenza di 95.000 metri cubi di rifiuti nucleari a bassa, media e alta attività.
Il progetto prevede la costruzione di 90 edifici in calcestruzzo armato speciale da 27×15,5×10 metri di dimensioni, in pratica 90 mini condomini da 3 piani che verranno riempiti con migliaia di “moduli” al cui interno verranno inseriti centinaia di migliaia di fusti radioattivi.
Il tutto verrà poi coperto di terra per creare una collina artificiale di circa 10 ettari di estensione, circondata da altri 140 ettari di terreno sorvegliato dai militari per evitare attacchi terroristici e furti di materiale nucleare.
“E’ chiaro – conclude La Rosa – che tutto ciò avrebbe un impatto sul territorio devastante: a fronte di una manciata di posti di lavoro creati dai cantieri, e di un grosso affare per chi costruirà il deposito, si creerebbe una sorta di Area 51 al centro di una delle zone economicamente più depresse d’Europa. Preferiamo puntare su cannoli e patrimonio archeologico”.
“Trapani e la Sicilia non sono e non saranno mai la discarica del Paese. Il governo Schifani dichiari la totale contrarietà nell’individuazione della Sicilia quale deposito nazionale per i rifiuti radioattivi”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi in merito alla pubblicazione dell’elenco delle aree idonee a ospitare il deposito delle scorie nucleari, in cui 2 su 51 sono nell’Isola ed entrambe nella provincia di Trapani, ovvero a Trapani città e Calatafimi Segesta.
“Nelle prossime ore – sottolinea la deputata trapanese – depositerò una mozione per impegnare il governo Schifani a stoppare questo ennesimo disegno a danno dei siciliani. Le condizioni geografiche, le infrastrutture, il carattere insulare, nonché i siti di pregio agricolo e archeologico delle due aree del Trapanese rendono assolutamente improponibile la proposta del CNAI”.
L’Assemblea Regionale Siciliana si era già espressa nel 2018 sul no al deposito di scorie in Sicilia, approvando all’unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle all’ARS a firma del deputato regionale Nuccio Di Paola, oggi vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
“Non passa giorno – dice Di Paola – senza che i siciliani debbano difendersi dagli attacchi dei governi nazionale e regionale, dalla distrazione dei fondi sui trasporti, ai tagli alla sanità e oggi la nuova spada di Damocle del deposito di scorie nucleari. Faremo sentire la nostra totale contrarietà a tutti i livelli istituzionali e se necessario nelle piazze” – conclude Di Paola.
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