Demolizioni a Palermo. Continua l’opera di demolizione delle case abusive da parte dell’Amministrazione comunale. Le ruspe della ditta che si è aggiudicata l’appalto stanno intervenendo a Piazza Tommaso Natale.
Due delibere approvate dalla Giunta comunale approvate lo scorso dicembre consentiranno di demolire, anche, otto edifici in via Zerilli, nel quartiere di Ciaculli e in via Stazzone, strada vicina al Oreto. Il piano demolizione previsto dall’amministrazione comunale, prevede inoltre, altre demolizioni di case abusive in via Falsomiele, via dell’Airone, salita Mezzagno, via Sambucia, fondo Natoli, via Carini, via Papa Sergio, via Calandra, scala Carini, via Altofonte, via Diana, e via Leonardo da Vinci.
“Abbiamo impresso una accelerazione ad un settore fondamentale per la tutela del territorio e della sicurezza dei cittadini – ha commentato l’assessore alla Riqualificazione urbana, Emilio Arcuri -. Negli
ultimi tre anni infatti, grazie al lavoro degli uffici e agli accordi inter-istituzionali sottoscritti, è stato possibile sbloccare situazioni che erano ferme ormai da tempo. E’ evidente che resta una situazione complessa, dovuta alla lunghezza delle procedure burocratiche e formali ed al fatto che in alcuni casi, pochi per la verità, queste abitazioni sono utilizzate come prima casa e si deve quindi procedere con le necessarie cautele.
Non si può però dimenticare che l’Amministrazione ha il compito di intervenire non solo per il rispetto della normativa urbanistica ma anche per la prevenzione di situazioni di rischio come è quella della demolizione in corso a Tommaso Natale o come sono quelle affrontate dalle due ultime delibere di Giunta, dove le costruzioni abusive ricadono in siti ad altissimo rischio idrogeologico e quindi a rischio per l’incolumità delle persone”.
Dal 2015 ad oggi sono state rilevate circa 440 contestazioni di abuso e sono stati emesso 328 ordini di demolizione contro i responsabili degli abusi. Di fatto, però, i proprietari di questi immobili non adempiono all’ordine di demolizione oppure fanno ricorso al Tar, che nel 20% dei casi circa sospende il provvedimento. In alcuni casi, anche in assenza di un ricorso, le case sono abitate e le procedure di sgombero diventano complesse per la presenza di nuclei familiari fragili.
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