ROMA (ITALPRESS/NUOVA ENERGIA) – Quando si parla delle sfide legate alla decarbonizzazione al 2050, il quadro generale è noto. Il Green Deal europeo richiede una transizione che si estrinseca in molteplici dimensioni e direzioni: dalla protezione dell’ambiente alla competitività economica, dalla coesione sociale al contrasto ai cambiamenti climatici e alla riconversione energetica. L’obiettivo condiviso è quello di portare la sostenibilità ambientale in tutte le politiche pubbliche, interessando ogni ambito della società; il problema dunque non è meramente energetico, ma investe tutti i settori.
“Un obiettivo così sfidante può essere affrontato solo in un’ottica di sistema. È necessario tenere insieme competitività e ambiente, sicurezza e qualità della fornitura energetica”, ha detto Maurizio Delfanti, amministratore delegato della società Ricerca Sistema Energetico (RSE), durante un’audizione presso la Commissione Industria del Senato. La missione assegnata all’azienda guidata da Delfanti non è su un tema da poco: razionalizzazione, trasparenza e struttura di costo del mercato elettrico ed effetti in bolletta in capo agli utenti.
“Per contenere gli importi della bolletta energetica è essenziale agire in maniera ottimale su tutte le voci di costo, massimizzando il rapporto fra i benefici apportati al sistema e i costi che questi benefici comportano”, ha spiegato. Ma per agire sui costi è indispensabile conoscerli. Analizzando nel dettaglio le voci che compongono la fattura energetica per un utente domestico tipo, la composizione percentuale vede la componente energia al 46 per cento, mentre gli oneri di sistema e di rete rappresentano rispettivamente il 21 e 20 per cento del totale. Il resto (13 per cento) sono imposte.
“Pur essendo la voce energia maggioritaria – ha detto ancora Delfanti – è opportuno che l’azione di regolazione si estrinsechi su ciascuna voce, perché tutte hanno un impatto significativo”.
Il valore complessivo delle voci che compongono la bolletta per un utente domestico tipo ha subito diverse oscillazioni negli ultimi quattro anni. Si è passati dai 185 euro/MWh del 2016 ai 204 euro/MWh del 2018. Oggi è pari a 201 euro/MWh.
Nel corso dell’audizione l’ad di RSE ha dato anche alcuni spunti per far evolvere il prezzo nel contesto della sostenibilità.
“Per quanto riguarda la componente energia – quantitativamente la più significativa – sono due le azioni che si potrebbe mettere in campo: operare con prezzi dinamici e procedere con un progressivo superamento del PUN (Prezzo Unico Nazionale)”.
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