Decreto Immigrazione, Consulta delle culture: “Riforma discriminatoria”

Decreto Immigrazione. In merito allo schema di decreto-legge recante “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale serie generale n. 231 del 04 10 2018, cd. decreto Salvini (Immigrazione e Sicurezza), la Consulta delle Culture della Città di Palermo, dopo lettura e attenta valutazione del contenuto relativo all’immigrazione e alla protezione internazionale, ritiene questa riforma normativa “discriminatoria e inadeguata ad una società civile, peraltro senza comprendere i caratteri di necessità e urgenza di tale decretazione”.

La Consulta delle culture esprime, inoltre, “la sua desolazione e il suo dissenso sul punto inerente all’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, in quanto contravverrebbe agli obblighi costituzionali e internazionali”.

Decreto Immigrazione: la revoca del permesso di soggiorno viola la Costituzione e gli obblighi internazionali

“Il permesso di soggiorno per motivi umanitari consentiva di dare immediata attuazione a quei criteri di solidarietà e a esigenze umanitarie derivanti da obblighi costituzionali e da obblighi internazionali. A nostro modesto avviso – scrivono – la revoca di tale forma di permesso viola la Costituzione e gli obblighi internazionali”.

“La detenzione e la lunga permanenza dei soggetti irregolari nei centri per rimpatri (passata da 90 giorni a 180 giorni), la revoca sia della protezione internazionale, sia della cittadinanza, nonché il lungo termine per la definizione del procedimento della domanda della cittadinanza – fanno sapere – mette lo straniero in uno stato di discriminazione e di debolezza in quanto, per il timore di essere sanzionato, cercherà di stare zitto o piegarsi davanti a un altro cittadino con stessi diritti al fine di evitare ogni tipo di situazione conflittuale e ciò porterà alla negazione dei suoi diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla libertà di espressione”.

La Consulta, infine, invita le istituzioni e le organizzazioni internazionali “a intervenire al fine di apportare emendamenti a tale decreto legge per riportare tutto sotto il cappello del rispetto della Costituzione italiana e la dichiarazione universale dei diritti umani, in quanto contrario ai diritti sanciti anche dalla Carta di Palermo sulla cittadinanza e mobilità umana internazionale”.