Prende corpo l’ipotesi avanzata dal Prc e dalla USB, sostenuta con forza dai compagni del mediatore culturale ivoriano di un omicidio, sia nella versione di una morte causata dalle condizioni di insicurezza nel luogo di lavoro, sia con un omicidio premeditato, e relativo occultamento del cadavere.
L’inchiesta va accompagnata dal lavoro di controinformazione dal basso e dal controllo puntuale sulla indagine giudiziaria. Questo primo importante risultato è il frutto delle mobilitazioni dei compagni di Daouda ad Acate e Ragusa, dal lavoro di denuncia della USB locale e nazionale, di Rifondazione comunista è della parlamentare di ManifestA Simona Suriano.
L’inchiesta e le lotte dal basso debbono allargarsi ancora più nel territorio interessato, così come va generalizzata la solidarietà ai familiari di Daouda e alla comunità dei lavoratori migranti.
Vogliamo che si rompa il tentativo delle aziende del ragusano di rendere marginale la vicenda e di erigervi una cortina di silenzio. Facciamo appello a Report e a Chi l’ha visto di mettere a a disposizione le loro competenze e intelligenze per avere verità su Daouda.
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