Una cerimonia semplice, non retorica ma emozionante che ha unito docenti, studenti, amici e familiari e rappresentanti delle istituzioni universitarie nel ricordo di un giovane, la cui vita è stata spezzata in maniera inaccettabile.
Organizzata da dieci colleghi del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania – Alessandra Di Nora, Giusy Di Fazio, Alessia Di Mari, Lucio De Maria, Antonino Di Fede, Regina Denaro, Giulia Filippello, Luca Geraci, Francesco Dipietro e Luisa Di Pasquale – si è tenuta ieri pomeriggio la cerimonia di commemorazione e riflessione in ricordo di Danilo Di Majo, lo studente ennese di 25 anni dell’ultimo anno, ucciso lo scorso luglio da un’auto pirata mentre attraversava sulle strisce pedonali di viale Andrea Doria, nei pressi della Cittadella universitaria.
La manifestazione, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, i genitori di Danilo, la mamma Fina Rampello e il papà Giuseppe, si è articolata in due momenti: nella prima parte, il presidente dell’Ersu Alessandro Cappellani, alla presenza del direttore Valerio Caltagirone e del presidente della Scuola “Facoltà di Medicina” Giuseppe Sessa, ha intitolato l’aula studio “Cittadella”, allo sfortunato studente.
“Oggi in primo luogo ricordiamo un amico – ha spiegato uno degli studenti organizzatori, Lucio De Maria -, un ragazzo allegro, gentile e straordinario che ci è stato rubato troppo presto. La presenza di così tante persone è il regalo più grande che si può fare a lui e ai suoi familiari, perché dimostra quanto fosse amato da chi l’ha conosciuto. Ma l’iniziativa odierna vuole essere un modo per dire che noi non dimentichiamo il modo drammatico in cui abbiamo perso il nostro amico. E chiediamo quindi a chiunque sappia qualcosa di farsi avanti con le forze dell’Ordine perché Danilo merita giustizia”.
“Vogliamo che ciò che è accaduto a lui non si ripeta mai più: chiediamo, quindi, che venga messo in sicurezza l’attraversamento di viale Andrea Doria, con il ricollocamento del ponte pedonale sopraelevato, inspiegabilmente demolito alcuni anni fa – ha aggiunto lo studente -. Proprio per questo motivo qualche mese fa noi studenti abbiamo lanciato una petizione online, sul sito change.org e ancora disponibile alla firma, per spingere l’amministrazione comunale ad intervenire subito”.
“Il giorno del funerale di Danilo ho promesso che non l’avremmo dimenticato – ha affermato il presidente Cappellani, spiegando la scelta di intitolare l’aula studio al giovane –. Vorrei ringraziare i genitori che mi hanno fatto capire il vero significato della parola ‘aristocrazia’: in un momento di profondo e lancinante dolore hanno fatto un gesto coraggioso e di enorme generosità, decidendo di donare gli organi di loro figlio. Questa decisione ha salvato la vita di diverse persone e Danilo, adesso, vive in loro”.
“Danilo era figlio di tutti noi e fratello di tutti voi – ha poi affermato il prof. Sessa, rivolgendosi alla platea di studenti-. E’ inaccettabile che uno studente che si sposta da casa per studiare faccia questa fine atroce. Da padre posso solo lontanamente immaginare cosa stiano provando i genitori. Esprimo loro tutto la mia vicinanza e il mio cordoglio”.
Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche l’amica di infanzia Martina Rampello e la collega Giulia Filippello, oltre a Claudio Condorelli, dell’associazione “Io guido e basta” e fratello di Ornella, studentessa anche lei di Medicina morta nel 2016 per un incidente stradale sull’autostrada Catania-Messina.
Nella seconda parte, si è tenuta una fiaccolata dall’aula studio fino al luogo dove lo studente è stato investito. “Oggi simbolicamente percorriamo insieme l’ultima strada percorsa da Danilo – hanno, infatti, spiegato gli organizzatori, prima di un sentito minuto di raccoglimento – il primo giorno del nuovo anno accademico, per ricordare lui che è stato ingiustamente privato del suo ultimo ‘primo giorno’ di lezioni”.
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