Dal Libano all’Italia e le ferie alla Fondazione San Vito di Mazara del Vallo
MAZARA DEL VALLO – La vacanza? Può essere anche sociale, mettendosi al servizio dei più bisognosi e al lavoro nelle terre confiscate alla mafia. Alla Fondazione San Vito-Onlus di Mazara del Vallo continuano le esperienze di chi, invece di trascorrere le vacanze sulle più belle spiagge, sceglie di fare le ferie al servizio degli immigrati e impegnandosi nei beni confiscati.
È il caso di Lydia Keklikian, 52 anni, libanese di origine armena, con un passato da mediatrice culturale e ora insegnante di religione cattolica a Brescia. «Ho saputo della Fondazione tramite un amico sacerdote, don Otello Bisetto, è stato lui a parlarmi delle attività che qui si svolgono al servizio degli immigrati, così ho deciso di fare questa esperienza». Da anni Lydia voleva scoprire la Sicilia, «nonostante anche da lontano ho seguito i fatti che l’hanno interessata, dalle stragi del ’92 a quelli più recenti». Così, per un anno, ha scelto di non andare a trovare la famiglia in Libano e di fare un’esperienza sociale presso la Fondazione San Vito-Onlus. In questi giorni si è impegnata nella mensa della Caritas presso il Villaggio della solidarietà e continuerà la sua esperienza nei terreni confiscati alla mafia che gestisce la Fondazione, insieme al gruppo parrocchiale di Treviso che arriverà domenica. «Io sono cresciuta in Libano durante la guerra – racconta Lydia – ho studiato mentre c’erano i bombardamenti, avendo paura di morire». I primi studi in Libano, poi una vacanza in Francia, con tappa in Italia. «A Torino sono arrivata nell’86, poi raggiunsi Brescia dove ho avuto la possibilità di regolarizzarmi e di lavorare per gli immigrati al Comune. Non pensavo di rimanere in Italia, ma fuori il Libano volevo scoprire nuovi orizzonti sociali, culturali, di crescita». Anche se l’Italia è stato il suo paese “adottivo”, Lydia si sente cittadina del mondo (con l’Università di Venezia è stata anche un anno in Turchia per studio): «L’appartenenza ad una cultura non deve essere schiavitù – dice la Keklikian – ecco perché qui, nonostante il caldo umido soffocante, il calore umano mediterraneo rinfresca». Quella alla Fondazione San Vito Onlus è un’altra “esperienza” per Lydia, addentrandosi nel rapporto che la comunità mazarese intrattiene con quella magrebina, «ma è la prima volta che ho messo piede in un bene confiscato che torna alla sua utilità sociale. Un’esperienza emozionante».
GLI ALTRI CAMPI – All’esperienza di Lydia Keklikian si aggiungeranno altre due esperienze per il mese d’agosto alla Fondazione San Vito-Onlus. Domenica 4 agosto arriveranno 42 ragazzi che fanno parte delle parrocchie del Vicariato di Mogliano Veneto. Per otto giorni il gruppo sarà impegnato in lavori di manutenzione nei terreni confiscati a Salemi e Marinella di Selinunte, dove sistemeranno i muretti a secco, confezioneranno l’origano della legalità (prodotto nel fondo di contrada Pileri a Selinunte) e provvederanno alla cimatura nei vigneti. Sabato 10, invece, arriverà un gruppo di quindici scout da Misterbianco, in provincia di Catania, che si fermerà sino a martedì 13. I gruppi saranno ospitati nelle strutture della Fondazione.
L’ESPERIENZA NEGLI ANNI – Già anni addietro l’esperienza dei campi-lavoro organizzati dalla Fondazione ha ottenuto successi. Nel 2011 sono arrivati trentacinque giovani delle parrocchie di Fanzolo (frazione di Vedelago), Salvatronda, Bellavenezia e San Floriano (Castelfranco Veneto). Lo scorso anno, invece, sempre d’estate a Mazara del Vallo sono arrivati diciotto scout dei gruppi “Roma 17” e “Roma 144” che per tre giorni hanno “messo le mani” nei beni confiscati alla criminalità mafiosa.