Palermo

Dal Giappone a Palermo: la presentazione del libro di TomokoFurui

Si terrà lunedì prossimo, 23 ottobre alle 19.00 a Palermo, al Cinema Teatro Gaudium di via Damiani Almeyda 32, la presentazione del libro: “L’ultimo missionario – La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone” di Tomoko Furui, il racconto di una fede testimoniata e vissuta nel martirio. La presentazione dell’importante e originale lavoro della giornalista giapponese è stata promossa dalla Fondazione Terra Santa in collaborazione con l’Ucsi Sicilia.

La presentazione a Palermo

La presentazione a Palermo, città natale del missionario Sidotti, è stata inserita in un percorso ideale che  i responsabili della Fondazione Terra Santa hanno attualizzato con l’inaugurazione a Milano,  Roma, all’ambasciata giapponese in Italia e Palermo. La presentazione è stata affidata, alla presenza dell’autrice Tomoko Furui, a Don Mario Torcivia, dello Studio Teologico S.Paolo di Catania, moderata dal vaticanista Michelangelo Nasca. L’iniziativa verrà introdotta dai saluti  di Salvatore Di Salvo, consigliere nazionale Ucsi, fra Antonio Iacona, ofm, commissario di Terra Santa della Sicilia e Domenico Interdonato, presidente UCSI Sicilia.

Il libro

Il libro “L’ultimo missionario – La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone” ha il merito di strappare all’oblio dei secoli una vicenda importante per la storia e la cultura del Paese nipponico. Siamo in Giappone, nel 1708. Il Paese vive il tempo del sakoku: ogni contatto con gli stranieri, soprattutto se missionari cristiani, è proibito o rigidamente regolato. In un contesto di violenta persecuzione, il 12 ottobre 1708, uno straniero vestito da samurai sbarca furtivamente nell’isola di Yakushima. Il suo nome è Giovanni Battista Sidotti ed è un missionario italiano.

L’abiura e la condanna

Viene subito fermato e imprigionato, e insieme a lui anche chi lo aveva accolto. Lo attendono l’abiura o la condanna a morte. “Da quel momento, i nomi di Sidotti e degli abitanti di Yakushima appaiono nei verbali del feudo. Significa che il loro destino era stato risucchiato in un grande vortice, tra questioni politiche, il confucianesimo e il cristianesimo, tra Oriente e Occidente” scrive l’autrice. Ma accade qualcosa di inatteso: Hakuseki Arai, studioso confuciano e consigliere dello shogun, decide di interrogare Sidotti di persona. Ne nasce un dialogo straordinario. La vita è risparmiata al missionario, senza che debba rinunciare alla sua fede, mentre Hakuseki, ispirato da quelle conversazioni, scrive importanti opere che gettano le basi della riapertura del Giappone. Sidotti muore in isolamento perché nella solitaria vita a cui è destinato dalle leggi ferree di allora trova il modo di impartire il sacramento del  battesimo. Sa che così facendo firma la sua condanna a morte, ma non può sottrarsi alla sua missione.

La storia

Sottolinea TomokoFurui: “Nel dipingere sulla parete della cella la croce con il proprio sangue, Sidotti, risoltosi alla morte dal momento in cui aveva amministrato loro il battesimo, desiderava lasciare un segno che testimoniasse di aver vissuto lì dentro nel dolore”. Il suo sacrificio non è invano… “Concluse la propria esistenza a quarantasette anni. “Signore, affido tutto a te.” Era notte inoltrata, il 27 novembre 1714. Si pensa che la morte sia avvenuta per deperimento, perché gli servirono sempre meno cibo. Erano passati sei anni da quando era sbarcato a Yakushima”. Nel luglio 2014 i suoi resti sono stati ritrovati, là dove era stata la sua prigione, e riconosciuti grazie al DNA. C’è un detto fra i missionari: “Bruciare le proprie navi”… “Non lasciare aperta una via di ritorno. In questa frase è contenuta la ferrea determinazione di dedicare la propria vita alla strada che si è scelta”.
Redazione

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