Cronaca

Da senzatetto a pizzaioli, il progetto “Mani in pasta” a Palermo

Dalla conoscenza delle materie prime e dei processi di lievitazione e cottura classici allo studio dei nuovi trend che vedono la “pizza gourmet” imporsi tra i prodotti più all’avanguardia. Queste alcune delle competenze acquisite da un gruppo di persone senza dimora ospiti dei Poli del progetto POC DimORA! coinvolte da diversi mesi nella frequenza del corso di formazione “Mani in pasta”, un percorso su teorie e tecniche della professione del pizzaiolo realizzato nell’ambito dell’avviso pubblico 1/2021 PrInS – PON Inclusione Asse 6 – Progetti Intervento Sociale.

A conclusione della formazione condotta da un maestro dell’arte della panificazione, lo Chef Pizzaiolo Matteo Rera, il prossimo sabato 23 dicembre, alle ore 15.00, i partecipanti riceveranno gli attestati che ne qualificano le competenze acquisite e condivideranno quanto appreso durante una dimostrazione e una degustazione delle loro produzioni.

L’appuntamento si terrà presso gli spazi del Polo San Francesco, in Vicolo Infermeria dei Cappuccini n. 3, per poi proseguire nei locali di Al Fresco giardino, pizza e bistrot, in Vicolo Infermeria dei Cappuccini 3, a Palermo.

Il pomeriggio di festa per questo importante obiettivo raggiunto coinvolgerà i poli di housing Martin Luther King, San Francesco e San Carlo e l’intero partenariato del progetto “Poli diurni e notturni per l’accoglienza di soggetti fragili in povertà socio-sanitaria”, l’iniziativa di contrasto alla povertà abitativa pensata e realizzata in rete da Comune di Palermo, Fondazione Don Calabria per il sociale E.T.S., Centro Diaconale “La Noce”- Istituto Valdese, Cooperativa sociale La Panormitana, Croce Rossa Italiana – Comitato di Palermo e Fondazione San Giuseppe dei Falegnami, per sperimentare nuove forme di ospitalità combinate a servizi di accompagnamento sociale.

Gli interventi proposti dalla rete di partenariato si sviluppano in modo da agire con un approccio integrato sul territorio e per accompagnare le persone a rischio esclusione sociale in percorsi di autonomia efficaci e sostenibili. L’accoglienza nei poli ha favorito, inoltre, percorsi di supporto psicologico, assistenza sanitaria, attività di socializzazione, formazione e orientamento al lavoro.

Redazione

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