Palermo – “Con questa riforma siamo precursori rispetto al Governo nazionale. Ci siamo ispirati a citta’ come Parigi e Bruxelles”. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, non nasconde la sua soddisfazione per il via libera, arrivato ieri sera, della Giunta regionale al ddl sulle citta’ metropolitane. La fase uno del post province in Sicilia porta dritto alla nascita delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Ingloberanno una cinquantina di Comuni limitrofi, che non saranno comunque cancellati, ma diverranno ‘municipi metropolitani’: continueranno ad esistere i presidenti dei consigli, mentre sara’ istituita la figura del sindaco e della giunta della citta’ metropolitana. Nella altre aree dell’Isola saranno istituiti, invece, i consorzi di Comuni. “Chiederemo ai cittadini appartenenti alle tre aree metropolitane di dire, attraverso una consultazione referendaria, quale e’ la citta’ metropolitana a cui vogliono appartenere” ha spiegato oggi l’assessore regionale alle Autonomie locali, Patrizia Valenti.
Il ddl, che dovra’ comunque superare l’esame dell’Assemblea regionale siciliana, prevede un regime transitorio durante il quale si dovra’ procedere all’elaborazione dello statuto della citta’ metropolitana e al trasferimento in favore del nuovo ente territoriale delle funzioni e dei compiti amministrativi dalla province e dai comuni soppressi oltre che dalla Regione. Durante questa fase gli organi di governo saranno rappresentati dal sindaco in carica nel comune capoluogo, dalla giunta nominata dal sindaco, dalla conferenza metropolitana, costituita dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle circoscrizioni di decentramento.
Alle citta’ metropolitane spetteranno tutte le funzioni riguardanti i servizi alla persona, la pianificazione urbana, le reti infrastrutturali, la mobilita’, la sostenibilita’ ambientale e l’edilizia residenziale pubblica svolta dagli Iacp. Sul fronte dell’assetto istituzionale il nuovo ddl prevede un sindaco eletto a suffragio universale diretto, una giunta metropolitana, composta oltre che dal sidnaco dal vicesindaco e da un numero di assessori, stabilito per statuto, che non deve superare i nove membri.
E poi previsto un consiglio metropolitano, composto da 35 consiglieri eletti a suffragio universale e diretto contestualmente al sindaco per garantire “un’adeguata rappresentanza alle comunita’ locali” che ricadono nel territorio dell’area metropolitana. Infine c’e’ la conferenza metropolitana, formata dai presidenti dei municipi metropolitani, che ha il compito di garantire la partecipazione di quest’ultimi ai processi decisionali delle citta’ metropolitane di loro interesse.
Ai municipi metropolitani, i cui organi di governo sono il presidente e il consiglio, spetteranno le competenze in tema di servizi demografici, sociali, scolastici, le attivita’ di manutenzionale ed arredo urbano e delle aree verdi di interesse locale, le attivita’ per lo sviluppo economico nei settori dell’artigianato e del commercio, con l’esclusione della grande distribuzione, le attivita’ riguardanti la viabilita’ locale, la gestione degli impianti sportivi.
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