Curiosità

Lu Curreri di l’Unesco, 2019 l’annu ntirnazziunali dî lingui nnìggini

Lu Curreri di l’Unesco 2019.   Il Corriere Unesco è una pubblicazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Iniziata nel 1948, appena due anni dopo la fondazione dell’Unesco, la rivista promuove gli ideali dell’Unesco, cercando di fornire una base per il dialogo tra le culture, alimentando il dibattitto internazionale. Le ultime due edizioni hanno una particolarità, la possibilità di scegliere tra tutte le lingue presenti anche il Siciliano.

Il progetto della Cademia Siciliana

Il progetto di un Corriere Unesco tutto in Siciliano, anzi dovremmo dire Lu Curreri di l’Unesco ‘n sicilianu, nasce dall’impegno della Cademia Siciliana (Accademia siciliana in italiano). Un’organizzazione fondata nel 2016, con l’intento di educare all’uso della lingua Siciliana, e di diffonderne l’uso nel mondo. Dell’operazione ha incuriosito molto la possibilità di utilizzare Lu Curreri come strumento per dimostrare che in siciliano si può scrivere e parlare anche di argomenti più complessi, che spaziano dal politico allo scientifico, al sociale. Per esempio per introdurre nell’editoriale del Corriere il progetto dei Mayangna, una delle popolazioni che vivono sulle coste del Nicaragua e dell’ Honduras, scrive così : “ «Vulemu scrìviri la nostra nciclupidìa supra a li cosi di l’acqua. Ni poi aiutari?» Cu sta richiesta, na diligazziuni dâ cumunitati Mayangna, chi campa nnâ furesta chiuviali dû Busawa, nnô Nicaragua, visitò l’UNESCO nna l’anni 2000. Canusciuta macari cû nomu di Cori dû currituri biulòggicu menzumiricanu, sta furesta trasìu nnâ riti munniali UNESCO dî riservi dâ biusfera nnô 1997.”

Il siciliano, una lingua vulnerabile

Certo l’operazione potrebbe non trovare tutti d’accordo, perché si sa il siciliano è lingua dalle mille sfaccettature, che in fase di traduzione del senso avrebbe bisogno di una maggiore armonizzazione, riaccendendo un dibattito sulla lingua Siciliana che dura dai tempi di Dante Alighieri e del suo De Vulgari Eloquentia. Ma nonostante tutto, non si può non apprezzare il valore di un’operazione di diffusione della lingua siciliana che la stessa Unesco ha inserito nel suo Atlante dei linguaggi in pericolo, classificandolo come Vulnerabile, primo gradino di una scala che valuta la compromissione della lingua, e che ha per apice la sua estinzione.

Buona Lettura !

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Massimiliano Parisi

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