“Cuori intatti”, la mostra sul cancro al seno dedicata a Sant’Agata

CATANIA – Si intitola “Cuori intatti – La forza della vita dopo il tumore al seno”, la mostra fotografica di Fabrizio Villa, che verrà inaugurata oggi alle ore 17:00, presso il Museo Diocesano di Catania e sarà visitabile dall’ 1 al 12 febbraio 2017. Diciotto ritratti che raccontano la forza della vita dopo le ferite della malattia. Sedici donne  e due uomini (perché il tumore al seno può colpire anche loro) si sono messi a nudo davanti all’obbiettivo dell’autore, fotogiornalista che da sempre racconta con sensibilità  i tempi in cui viviamo, per mostrare le proprie cicatrici e testimoniare la necessità e l’importanza della diagnosi precoce.

Ne è uscita una galleria di immagini di straordinaria intensità, ritratti pittorici in cui Villa gioca con la luce e con le ombre  riuscendo a mostrare la sofferenza ma anche  il coraggio, l’energia, la serenità. I segni di chi ha fatto i conti con la vita e continua a lottare.

Sembrano guerrieri, ma sono persone normali: casalinghe, professionisti, pensionati, mamme. Donne e uomini pronti a metterci la faccia per mostrare che il cancro ha preteso da loro molto ma non ha cancellato la loro identità, anche se il corpo porta su di sè le ferite di una lotta. C’e chi si è presentata con il marito, chi con il figlio neonato, chi si è fatto ritrarre stringendo tra le mani il rosario. C’e chi ha mostrato i muscoli e chi ha voluto sfidare con spavalderia e orgoglio l’occhio della macchina fotografica, quasi a rivendicare una bellezza rimasta intatta nonostante le cicatrici.

“Io del cancro al seno non sapevo molto”, dice Fabrizio Villa, fotografo e giornalista professionista, che da oltre 28 anni intreccia testimonianze di eventi legati a disagio sociale, immigrazione e guerre con storie d’attualità, fenomeni naturali, ritratti di protagonisti del nostro tempo. “Un problema da donne, pensavo. Poi l’invito a fare una mostra sul tema. Le mie immagini sarebbero servite a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione. Ho detto subito sì, la fotografia è potente quando vuole trasmettere qualcosa. A colpirmi non sono state le ferite, quelle sono solo un segno esteriore, facile da fotografare. Sono state invece le cicatrici dell’anima che scoprivo osservando e ascoltando. Eppure scavando nei loro occhi veniva fuori anche qualcos’altro: coraggio, energia, serenità, dolcezza. Segni di chi ha fatto i conti con la vita. Alla fine tutti mi hanno ringraziato, ma sono io a dire grazie a loro per avermi insegnato la forza della vita”.

Molte donne, nel corso del tempo, si sono avvicinate ad un’associazione che da più di trent’anni si prende cura di loro, l’ ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), diffusa su tutto il territorio nazionale, che le accompagna dopo la malattia aiutandole nel processo di recupero fisico, psicologico e sociale.

Il progetto fotografico è nato da un’idea di  Francesca Catalano, direttore dell’Unità Operativa Complessa Multidisciplinare di Senologia dell’Ospedale Cannizzaro e presidente del comitato Andos di Catania. Cuori intatti è dedicata a Sant’ Agata, protettrice della salute del seno.

“Cos’è un cuore intatto? – afferma Francesca Catalano. È un cuore di una donna o di un uomoche non si è scalfito nonostante le ferite del corpo e dell’anima. Il cancro: quella malattia subdola che, improvvisamente, qualsiasi cosa tu stia facendo, ti impone di fermarti. Quella malattia che ti toglie il senso del futuro, che ti costringe a vivere alla giornata tra prelievi, esami, interventi, terapie. Quella malattia che fa cambiare i rapporti con i familiari, le amiche, i figli”.

Le donne dei ritratti, sorridenti e sicure, sono le stesse che timidamente negli anni si sono avvicinate ad un’associazione che da più di trent’anni si prende cura di loro. L’ANDOS, diffusa su tutto il territorio nazionale, con dedizione accompagna le donne al recupero di se stimolando le risorse nascoste in ognuno di noi per superare il disagio della malattia.

“Chi ha voluto partecipare al progetto dedicato a Sant’Agata – prosegue la presidente del comitato Andos di Catania – ha mostrato all’obiettivo, all’occhio attento e a tratti emozionato di Fabrizio il seno ferito, nudo, senza timore e pudore, con il semplice scopo di comunicare: io ce l’ho fatta, lo vedi, sono qui a mostrare le mie profonde cicatrici col sorriso. Il sorriso della speranza, il sorriso della vita nonostante”.

 

Museo Diocesano Catania – Via Etnea, 8, 95121 Catania  Tel: 095 281635

Orari:

Dal lunedì al venerdì 9.00 14.00

Il martedì e giovedì anche 15 18

Sabato 4 febbraio 9.00 /13.00 e 15.00/ 20.00

Domenica 5 9.00 /16.00

Domenica 12 ore 9.00/13.00

Redazione

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