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Cuoche combattenti: quando la cucina salva l’anima

Imbracciano i loro mattarelli e combattono contro i maltrattamenti fisici, ma anche avverso le subdole vessazioni psicologiche ed economiche che, ahimè, le hanno coinvolte in passato: sono le donne di “Cuoche combattenti”, il progetto nato nel 2017 da un’idea di Nicoletta Cosentino durante il suo percorso al Centro Antiviolenza “Le Onde Onlus” a Palermo che la inserì in un laboratorio di produzione di conserve. “L’iniziativa mirava a includere altre donne nella preparazione delle composte. L’obiettivo era divulgare messaggi sulla coercizione psicologica troppo spesso ‘invisibile’ anche agli occhi di chi la subisce”, racconta Nicoletta che sottolinea come l’ azienda sia un posto di rinascita dove le partecipanti devono sentirsi delle guerriere e non avvertire addosso il fardello dei maltrattamenti. E aggiunge:”Non ci interessa il passato negativo, ma il futuro positivo per noi e le altre”, lontano dalla dipendenza economica e dalla violenza di genere. 

E se è vero che impasti e mix in cucina influiscono sul benessere psicologico senza spingersi necessariamente oltremodo, allora non è difficile immaginare che da un simile contesto – in cui regnano competenze già acquisite nel quotidiano e la tipica convivialità legata al cibo – possa nascere un’impresa dove sporcarsi le mani significa procedere verso la catarsi della propria anima. Le battagliere s’incontrano e si confrontano sul proprio vissuto: ciò le aiuta a relazionarsi in maniera gioviale dopo un’esperienza traumatica e ad acquisire consapevolezza per mettere un punto e andare finalmente a capo. Secondo l’ultimo report del Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della polizia criminale, di settembre 2021, le violenze e i femminicidi purtroppo aumentano a seguito di un’incoraggiante battuta di arresto, invece, degli anni precedenti. Nella fattispecie, gli omicidi avvenuti in ambito familiare passano da 124 (2020) a 127 (2021) e crescono le vittime di genere del 6 per cento ossia da 97 a 103 nel 2021. Ecco perché, per destabilizzare la combo esplosiva di patriarcato e maschilismo insita in certi nuclei familiari, occorre che siano implementate reti di tutela a favore delle donne in grado di traghettarle in direzione del coraggio e dell’autodeterminazione. <<Dal 2019 abbiamo attivato 8 tirocini in collaborazione con il centro antiviolenza e con altre associazioni che si occupano di donne in condizioni di vulnerabilità. Contestualmente, abbiamo incoraggiato molte persone a chiedere aiuto attraverso i centri antiviolenza>>, spiega Nicoletta la quale con il suo team confeziona prodotti a base di materie prime genuine da coltivazioni sostenibili e che decanta, <<poiché diffondono un messaggio di coscienza e amore per se stesse, di sorellanza e rinascita>>.

Le pasionarie mettono in vendita le delizie nella bottega di piazza Generale, 11 a Palermo e sull’e-commerce www.cuochecombattenti.com/shop, oltre ad avere una nutrita schiera di rivenditori in tutta Italia, perlopiù botteghe solidali e g.a.s. Le mani sapienti delle cuciniere sfornano ricette tradizionali della Trinacria e che assurgono al ruolo di depositarie dei più alti principi di civiltà: il rispetto dell’essere umano. Dai dolcetti di pasta di mandorle e pasta di pistacchio alla confettura extra di cipolle rosse per accompagnare i formaggi, dalla salsa di pomodoro siccagno ai pesti in generale, si prepara per svincolarsi a mano a mano dai surrogati delle relazioni vissute fino a quel momento, al fine d’imparare a invocare l’autonomia. Sempre! Pure di fronte a un partner che si professa innamorato. “Chi ti ama ti lascia libera”, “L’amore non mette catene”, “Tu vali e sei libera sempre”, “Sei perfetta così come sei” sono alcune delle etichette affisse sulle confetture. Missive d’amore, dunque, da indirizzare a se stesse e alle altre, e regali da elargire a tutti s’intende. Uomini inclusi. 

Nicoletta parla, inoltre, dei figli orgogliosi della sua attività e a cui spera di fornire il buon esempio affinché imbocchino la strada del rispetto nei confronti del prossimo. Quanto alla spinosa questione della violenza, per l’imprenditrice <<il Paese dovrebbe supportare maggiormente i centri antiviolenza, veri lottatori assieme alle donne in questa complessa battaglia. Per tale ragione, occorrono finanziamenti cospicui che avvalorino competenze e professionalità troppo spesso elargite in qualità di volontariato dalle professioniste dei Centri>>. Cuoche combattenti, quindi, riesce a smembrare la narrativa della “vittima”, restituendo dignità e obiettivi personali. Su ogni barattolo c’è la vita di Nicoletta e delle sue compagne che non si sono arrese e hanno imparato a chiedere aiuto ribaltando lo stereotipo della donna con il grembiule intenta, questa volta, a cucinare solo per sé. E a trasformare i fornelli in un baluardo di libertà e indipendenza.

Fb: Cuoche Combattenti

Ig: cuochecombattenti

di Veronica Otranto Godano

Redazione

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