Crollano i prezzi dell’ortofrutta in Sicilia. A lanciare l’allarme è lo stesso Assessore per l’Agricoltura Bandiera, dopo avere contattato il Sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, e movimenti di agricoltori ortofrutticoli siciliani.
All’origine del crollo dei prezzi le alte temperature in serra che da un lato hanno accelerato la maturazione di frutta e verdura, con la conseguenza che sui mercati si sono riversati una grande quantità di prodotti, dall’altro hanno fortemente limitato il consumo di prodotti tipicamente invernali. A questo si somma poi l’import di frutta e verdura, a basso costo, proveniente da altri Paesi.
Il problema interessa un po’ tutte le specie ortofrutticole del periodo, dalle melanzane e cetrioli che si vendono a 15 o 20 centesimi, ai carciofi e molte altre ancora.
“Raccolto il grido d’allarme, stiamo agendo su due fronti paralleli, da un lato attraverso la Grande Distribuzione, con la quale abbiamo immediatamente avviato un’interlocuzione, al fine di trovare un intesa che possa stimolare i consumi e limitare la stagnazione del mercato che si registra post feste natalizie, dall’altro alzando il livello di attenzione e dei controlli sui prodotti in entrata”.
In risposta all’intervento dell’Assessore all’Agricoltura e la Pesca Edy Bandiera è intervenuto l’onorevole Cateno De Luca durante i lavori della Commissione Bilancio all’ARS dichiarando: “E’ urgente che il Governo agisca con responsabilità, rispetto ai tanti bandi emanati nelle ultime settimane nei settori dell’Agricoltura e della Pesca senza che gli stessi abbiano copertura finanziaria. Si tratta di bandi per circa 70 milioni di euro, di cui 6 milioni a carico della Regione non ancora previsti, con decine di potenziali beneficiari impegnati a preparare progetti che potrebbero essere del tutto inutili. Il Governo trovi una soluzione o ritiri questi bandi, per non apparire la pessima fotocopia di chi lo ha preceduto.”
“Anche in questi due importanti settori della nostra economia – afferma De Luca – Musumeci e i suoi assessori devono chiarire quali siano le linee su cui si muoveranno rispetto al generico intento di “rivedere” la programmazione della spesa. E’ ora di mettere da parte un approccio meramente ragionieristico dove a contare è il “quanto” si spende piuttosto del “come” si spende.
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