Dieci milioni di euro. È la richiesta di risarcimento che il governatore Rosario Crocetta avanzerà nei confronti del settimanale L’Espresso. Lo ha annunciato il suo legale, l’avvocato Vincenzo Lo Re, che ha incontrato i giornalisti a Palermo, a cinque giorni dalla bufera che ha coinvolto il presidente siciliano.
“Avvieremo un’azione civile risarcitoria, che è molto più veloce di quella penale, chiedendo all’Espresso la somma di 10 milioni di danni, non solo al settimanale ma anche ai due giornalisti dell’articolo e al direttore Vicinanza, non solo per omesso controllo, ma anche per avere più volte confermato l’esistenza della intercettazione“, ha spiegato l’avvocato.
“Quell’intercettazione non esiste – ha detto Lo Re – Da una settimana questa parte siamo passati dall’ipotesi di concorrente morale di una intercettazione che non c’è a un gossip sull’ipotesi sul toto nomine di direttori sanitari e manager. Ancora oggi si parla di giallo mettendo sullo stesso piano le dichiarazioni del procuratore di Palermo, Lo Voi con tale direttore dell’Espresso Luigi Vicinanza . L’Espresso si è giustificato dicendo che l’intercettazione è secretata. Ma vorrei ricordare che la secretazione è un atto del pm. Non solo. Si secreta l’interrogatorio di un imputato per le sue dichiarazioni esplosive, un verbale di un testimone.
Il Procuratore è stato costretto a dire che non esiste alcuna intercettazione in questo procedimento né in altro, né secretata né non secretata. Siccome comincia a circolare un’altra ipotesi, cioè che ce l’hanno altre procure, se qualcuno ritiene di avere l’intercettazione, la tiri fuori e la faccia ascoltare, non solo ai giornalisti contigui, così capiremo se una bufala o polpetta avvelenata”.
Secondo l’avvocato Lo Re, alle presunte parole di Tutino, Crocetta avrebbe replicato. “Se Crocetta avesse sentito una frase del genere avrebbe reagito in malo modo, perché se Crocetta ha un difetto è quello di parlare anche troppo: Supponiamo che Tutino abbia detto che ‘Lucia se ne deve andarè, neppure in questo caso sarebbe stato zitto”. Poi ha fatto un appello : “Se questa intercettazione dovesse esistere, ma ne dubito fortemente, qualcuno, che si autodefinisce servitore dello Stato e che e invece è un depistatore, trovi il modo ufficiale di farla pervenire, anche in forma anonima, in mancanza di questo, l’intercettazione non esiste”.
Ma non solo. Perché il legale del governatore ha annunciato anche un’altra causa. “Faremo un’azione risarcitoria civile, questa volta da un milione di euro, anche nei confronti del giornalista Pietrangelo Buttafuoco per l’articolo pubblicato nei giorni scorsi sul Fatto Quotidiano“. Una denuncia in sede penale è stata annunciata anche nei confronti del senatore Maurizio Gasparri, autore di alcune dichiarazioni pubblicate sul quotidiano Il Tempo dopo la vicenda dell’intercettazione, che l’avvocato Lo Re considera diffamatorie.
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