Cristina Dona’: ”I miracoli che la musica sola puo’ fare”

Un ventennio di carriera, una lunga lista di concerti in giro per il paese, sette dischi all’attivo eppure non finire mai di sorprendere.

di Luca Tumminello

Palermo, 10 dic. – Un ventennio di carriera, una lunga lista di concerti in giro per il paese, sette dischi all’attivo eppure non finire mai di sorprendere. Questa è stata l’esperienza vissuta nel fine settimana ai Candelai di Palermo dal pubblico presente alla prima delle due date siciliane del tour Torno a Casa a Piedi.

Citando letteralmente l’artista di Rho, sono “i miracoli che la musica sola può fare” come dice nel brano Miracoli (tratto dal suo ultimo lavoro), e cioè superare ogni confine, abbattere le barriere e anche gli affanni del corpo e dell’animo umano.

Nonostante, infatti, un malanno di stagione che le affligge la gola, Cristina Donà offre una prestazione maiuscola per interpretazione, freschezza, eleganza, energia; e quello che meraviglia ed emoziona fortemente è stato ascoltare una “nuova” Donà, un’artista ormai talmente matura e consapevole da sfoderare anche in queste condizioni penalizzanti una versione di lei mai conosciuta ma ugualmente d’effetto.

Questa nuova versione colpisce per intensità ed espressività, la “nuova” Donà in veste waitsiana ascoltata (ci scherza sù anche lei durante il concerto) è ancora più accattivante, ancora più elegante, e soprattutto ancora più calda e profonda. I brani che passano in rassegna tutta la carriera della cantautrice milanese risultano ancora più ricchi di sfumature.

Da sottolineare inoltre la presenza di tutta la band al completo e cioè: Piero Monterisi alla batteria, Saverio Lanza al piano , chitarre e cori (tra l’altro produttore dell’ultimo album Torno a Casa Piedi ), Emanuele Brignola al basso e contrabbasso che danno un’ulteriore tocco di classe, energia ed eclettismo.

Il concerto inizia subito con un brano storico della produzione della Donà e cioé Stelle Buone, prosegue poi con Un esercito di Alberi che apre la cinquina di brani tratti dall’ultima fatica Torno a Casa a Piedi che continua con In Un Soffio, l’arguta e gradevole Giapponese, il singolo dell’album Miracoli e la poetica e stuggente Più Forte del Fuoco.

A proposito dei brani dell’ultimo disco notiamo come in sede live risultino ancora più coinvolgenti, i brani infatti, che già su disco sono arricchiti dalle orchestrazioni e dalla produzione di Saverio Lanza, sul palco vengono arrangiati dalla band in maniera tale da far uscire fuori l’anima rock della Donà, la quale si trova, come sempre, pienamente a suo agio in queste vesti.

Il concerto prosegue con una stupenda Goccia e una Settembre che senza dubbio possiamo definire come uno dei momenti topici della serata, il brano viene eseguito dalla sola Cristina e dal batterista Piero Monterisi che offrono una esecuzione particolarmente ispirata, intensa e commovente. Si continua con altri due brani dell’ultimo lavoro la title track Torno a Casa a Piedi e Tutti che Sanno Cosa Dire che dal vivo Cristina e la band interpretano con grandissima energia e una intesa tra i musicisti che traspare durante tutta la performance; Cristina e la sua band si divertono e si sente.

La scaletta adesso riserva due perle della discografia della Donà e cioé Invisibile e Universo che nonostante il mal di gola, vengono interpretate con grande pathos e delicatezza, le tonalità un po’ più basse non diminuiscono, ma anzi amplificano la profondità delle liriche dei due brani.

Dopo un finto congedo dal pubblico, si riparte con i bis; a sorpresa Cristina ripropone Stelle Buone dove sia la cantante che la band sfoderano una prestazione superlativa, per poi continuare con una infuocata Ho Sempre Me, la classica e poetica Mangialuomo e terminare con la spettacolare Triathon che si dimostra sempre di grande impatto in sede live.

Il concerto si conclude così, con una Cristina Donà sicuramente un po’ provata dalla fatica e dai problemi alla gola, ma anche rincuorata dall’affetto, dalla comprensione e dall’amore del pubblico palermitano che può dire di aver assistito a un concerto di eccezionale caratura durante il quale l’estro, l’intensità interpretativa e la poliedricità dell’artista milanese sono venute fuori nella loro interezza.