L’Italia rischia di soffrire la sete per gli anni a venire. Da qui a breve tempo la siccità potrebbe diventare una costante per l’intero Paese e soprattutto per il Mezzogiorno, con in testa la Sicilia. Eppure si continuano a perdere in media 100mila litri al secondo di acqua, destinata a diventare sempre di più oro blu. L’allarme arriva dalla Femca Cisl e dalla Cisl Sicilia nel corso del consiglio generale della Femca Cisl Sicilia, svoltosi oggi all’Nh hotel di Palermo.
“La crisi idrica già registrata quest’estate – dichiara Nora Garofalo, segretaria generale della Femca Cisl – non è stata determinata solo dalle temperature particolarmente elevate ma anche dalle reti colabrodo, a causa delle quali moltissima acqua va persa nella distribuzione. Occorre riattivare innanzitutto il piano di investimenti di circa 60 milioni di euro messo in cantiere prima dell’esito del referendum abrogativo del 2011, che impedendo la remunerazione in tariffa del capitale investito nel servizio idrico integrato, ha di fatto bloccato gli investimenti. Va rivisitata per intero l’intera gestione delle risorse idriche”.
Per il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, la situazione in Sicilia rischia di essere ancora più drammatica che nel resto del Paese. “Il 70 % dell’isola è a rischio desertificazione come ha certificato il Cnr – afferma Milazzo – una situazione allarmante che col crescente aumento della temperature e con la carenza delle precipitazioni si verifica anche nelle stagioni invernale e primaverile.”
“É urgente- prosegue- “programmare subito gli interventi necessari nell’isola. Non è ammissibile che la maglia nera, dati Istat alla mano, vada al Sud con Palermo quarta per le perdite d’acqua in Italia (pari al 54,6 %). Prioritariamente vanno risistemate le reti come è necessario far partire i cantieri per la depurazione delle acque reflue. La Sicilia rischia di far tornare a Bruxelles quasi per intero il miliardo e 161 milioni di euro messi a disposizione dal fondo di Sviluppo e coesione per realizzare fogne e depuratori. E intanto fioccano le multe da parte dell’Ue per la mancata realizzazione di queste infrastrutture. L’acqua deve essere al centro della pianificazione del governo regionale”.
Per il segretario generale della Femca Cisl, Franco Parisi, “il riordino del settore non è mai stato attuato. Nell’isola continuano a esserci vari soggetti gestori, con il risultato che ancora molti Comuni gestiscono in proprio il servizio idrico a discapito della razionalizzazione dei costi. L’unica soluzione è quella di superare la cavillosa legislazione regionale e creare un unico soggetto gestore per l’intero ambito territoriale”
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