Roma, 19 mar 2014 – Sei disoccupati su dieci (60 per cento) sono disposti ad accettare un posto di lavoro in
un’attivita’ dove la criminalita’ organizzata ha investito per riciclare il denaro.
E’ quanto emerge – si legge in una nota – dall’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata in occasione della nascita in Italia della Fondazione ”’Osservatorio sulla criminalità‘ nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti con la presidenza del Comitato scientifico del procuratore, Giancarlo Caselli.
La criminalita’ organizzata trova, infatti, terreno fertile nel tessuto sociale ed economico indebolito dalla crisi come dimostra il fatto che mafia, camorra, ”ndrangheta” possono contare su un esercito potenziale di quasi
2 milioni di persone che, spinti nella marginalita’ economica e sociale, si dicono disponibili a lavorare per loro e tra
queste – sottolinea Coldiretti – ben 230mila persone non avrebbero problemi a commettere consapevolmente azioni
illegali pur di avere una occupazione.
Una analisi che dimostra quanto siano urgenti le misure per favorire lo sviluppo del lavoro, dopo l’annuncio del Job
Act da parte del Governo Renzi, in un Paese in cui – ricorda Coldiretti – la disoccupazione ha raggiunto livelli record del 12,9 per cento ma sale al 42,4 per i giovani.
L’allentamento della tensione morale nei confronti della malavita provocato dalla crisi tocca la vita di tutti i
giorni come conferma il fatto che – continua la Coldiretti – quasi un italiano su cinque (18 per cento) non avrebbe
problemi a recarsi in un pizzeria, ristorante, bar o supermercato gestito o legato alla criminalità organizzata
purche’ i prezzi siano convenienti (9 per cento), i prodotti siano buoni di ottima qualità (5 per cento) o addirittura se
il posto sia comodo e vicino a casa (4 per cento).
D’altra parte – continua Coldiretti – la stragrande maggioranza del 67 degli italiani e’ d’accordo sul fatto che
in certe zone d’Italia dove c’e’ molta disoccupazione e povertà,la criminalità organizzata ha saputo creare
opportunita’ di lavoro.
E il problema – continua l’analisi – non e’ confinato nel sud: l’83 per cento degli italiani ritiene ormai che la
criminalita’ organizzata sia diffusa su tutto il territorio, rispetto ad una minoranza del 13 per cento che la localizza
nel Mezzogiorno.
A preoccupare anche l’impatto negativo della crisi sulla solidarietà, con un crescente numero di persone che non
riesce piu’ a permettersela come dimostra il fatto che il 58 per cento degli italiani non sarebbe disposto a pagare il 20
per cento in piu’ per un prodotto alimentare ottenuto da terre o aziende confiscate alla mafia.
”Bisogna spezzare il circolo vizioso che lega la criminalità alla crisi, con interventi per favorire, soprattutto tra i piu’ giovani, l’inserimento nel mondo del lavoro e l’impegno delle istituzioni, della scuola e delle organizzazioni di rappresentanza per scongiurare il pericolo che legittime aspirazioni ad avere un’occupazione possano
essere sfruttate per alimentare l’illegalita”’, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo,
nel sottolineare che ”proprio in tale ottica e’ stato avviato il portale della Coldiretti ‘Lavoro in campagna’ per
favorire l’incontro tra domanda e offerta occupazionale, che ha già ottenuto il via libera del ministero del Lavoro”.
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