Crisi Almaviva Palermo. Il call center di Palermo Almaviva rischia di dover mandare a a casa entro settembre circa 3.200 lavoratori a causa del crollo delle commesse di Tim e Wind che avrebbero fatto sapere che da luglio passeranno il 70% in meno di chiamate.
Uno scenario catastrofico per migliaia di famiglie che si ritroverebbero senza lavoro in breve tempo. Si susseguono in questo giorno le assemblee sindacali per trovare un accordo e scongiurare i licenziamenti ma se i volumi non rientrano, a settembre, “partiranno le procedure di licenziamento” spigano i sindacalisti.
Mercoledì 26 giugno dovrebbe esserci una riunione al ministero del Lavoro in cui l’azienda dovrebbe chiedere di fare in modo che “norme ad hoc – hanno detto ancora i sindacalisti – facciano tornare indietro i volumi di chiamate che sono andate all’estero”.
I lavoratori Almaviva oggi a Palermo manterranno un presidio dalle ore 9 alle ore 13 davanti ai negozi sociali Wind e Tim di via Libertà, di tutti i lavoratori liberi dal servizio.
I lavoratori si mobilitano “per il rispetto delle tariffe minime stabilite dalla legge” e contro “la destrutturazione di ammortizzatori sociali di un settore in crisi e la costituzione di un Fondo di Settore”.
Si tratta di un’iniziativa che vuole “sollecitare il Governo Nazionale ad intervenire su una crisi strutturale che in Sicilia mette a rischio 20.000 posti di lavoro, in Almaviva Palermo lavorano 3.200 persone”, e “contro il calo di volumi di traffico delocalizzato all’estero, con percentuali che superano il 60 per cento” spiegano i lavoratori.
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