Cracking Danilo Rea. In occasione della III edizione di Data Driven Innovation, UniRomaTre porta in scena “Cracking Danilo Rea”, la nuova performance di jazz machines, musicisti e intelligenza artificiale. Il progetto è stato ideato da Alex Braga e condiviso dal celebre jazzista Danilo Rea, con la collaborazione di “Maker Faire Rome– The European Edition” .
Nel corso della conferenza sul mondo dei dati e dell’innovazione i due artisti poliedrici si sono uniti in una performance in dialogo con AMI, l’intelligenza artificiale creata da un team di ricercatori di Roma Tre. A curarne la progettazione i professori Francesco Riganti Fulginei, Antonino Laudani e Alessandro Salvini.
Ad AMI è affidato il compito di apprendere in tempo reale le modalità di improvvisazione pianistica di Rea e inviare previsioni di note a un virtual ensemble di Braga. Questo provvede all’orchestrazione, arricchendo la performance del pianista come se in quel momento altri musicisti duettassero con lui.
“Con il contributo del Laboratorio interdipartimentale di tecnologie musicali e acustica di Roma Tre siamo riusciti nella sfida di programmare un software che riuscisse a craccare l’andamento musicale di Danilo Rea, il più grande improvvisatore vivente, mettendo in scena un dialogo che prende la forma di una sofisticata competizione uomo-macchina” ha spiegato il Prof. Francesco Riganti Fulginei, docente del Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre.
Così l’intelligenza artificiale si mette a confronto con l’improvvisazione artistica dell’uomo dando vita a un concerto coinvolgente in cui l’elemento umano e quello digitale trovano il loro equilibrio. Si fonde il calore del piano con l’adrenalina della musica elettronica e le video-proiezioni generate dal software accompagnano l’intera performance.
Artista poliedrico e innovativo, Alex Braga ha sperimentato le più facce dell’arte concettuale ed è approdato a questa nuova connessione: “Da molto tempo la mia ricerca artistica si basa su tecnologia e musica. Quando ho avuto l’idea di creare un’intelligenza artificiale che fosse in grado di decodificare il codice di qualsiasi musicista, mi son detto che se ci riuscivamo con il migliore e più imprevedibile al mondo, cioè Danilo Rea, allora avremmo fatto centro.“
La riflessione dell’idea è sulla paura ancestrale dell’uomo nei confronti delle macchine: “Spesso ci chiedono se un giorno le macchine sostituiranno del tutto la performance artistica umana, c’è questo senso di terrore al pensiero che possano rubare l’anima all’uomo“, riflettono i ricercatori. “Il nostro punto di vista è però puramente scientifico, per noi le macchine sono interamente materiali. La musica, e l’arte in generale, sono ritenute universalmente una manifestazione dell’anima, ma che si espleta comunque a partire da corpi materiali“.
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