Covid: sempre più giovani i pazienti ricoverati al Policlinico di Palermo
Sono operativi da lunedì e sono già tutti occupati i 7 posti letto aggiuntivi attivati presso la struttura complessa di Pneumologia covid dell’AOU Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo.
L’azienda ospedaliera universitaria sta fronteggiando anche questa fase della pandemia con un totale complessivo di 88 posti covid di degenza ordinaria e 8 di terapia intensiva. Nel complesso sono 4 le strutture in prima linea nella gestione dei pazienti colpiti dal virus: medicina, malattie infettive e pneumologia con unità di terapia sub-intensiva respiratoria.
Per i pazienti affetti da polmonite con grave insufficienza respiratoria sono adesso disponibili 27 posti di pneumologia con UTIR, Unità di Terapia Intensiva Respiratoria, con età media dei pazienti ricoverati che si attesta sui 53 anni e senza particolari fattori di rischio o patologie pregresse.
I sanitari stanno riscontrando alcune differenze significative tra l’ultimo trimestre 2020 e questi primi mesi del 2021. Se tra ottobre e dicembre 2020 in totale sono stati 97 i pazienti ricoverati per grave insufficienza respiratoria da polmonite dacovid, tra Gennaio e Marzo il numero si è innalzato a 184. In ospedale i pazienti sono più giovani, ma si registra anche un tasso di guarigione maggiore rispetto al passato: il 56% torna a casa, mentre nella fase precedente la percentuale era del 36%. Si è abbassata anche la mortalità, dal 26% al 21% e si è dimezzata la necessità di ricorrere a manovre invasive di tipo rianimatorio.
“Ci sono più variabili – spiega il Prof. Nicola Scichilone, direttore della UOC di Pneumologia – che hanno inciso su questi esiti: di certo l’esperienza ha permesso con il tempo di affinare sempre più il nostro approccio clinico introducendo le terapie più idonee. Attualmente la tecnica di ventilazione non invasiva, con supporto alla meccanica respiratoria, el’erogazione di aria e ossigeno ad alti flussi, si stanno rivelando più efficaci di altri trattamenti in uso in precedenza.
Se negli ultimi mesi del 2020 abbiamo visto pazienti che in media avevano 68 anni, oggi la riduzione dell’età media si può di certo motivare anche con l’avvio della campagna vaccinale in cui è stata coinvolta la popolazione più anziana e fragile. A favorire il contagio tra i più giovani nell’ultimo periodo sembra essere stata la prevalenza delle varianti, tra cui quella inglese che è risultata tra le più diffusive. La vaccinazione resta un’arma essenziale per contrastare i contagi”.
“La nostra equipe si è impegnata costantemente nella cura del malato con forza, dedizione ed empatia, tiene a ribadire il Prof. Scichilone. Vi è attenzione costante al paziente e al tempo stesso la continua voglia di incrementare le nostre conoscenze su questa patologia per offrire la migliore assistenza possibile. Nessuno si è mai tirato indietro nonostante il carico di lavoro sia spesso impegnativo non solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto sul piano psicologico”. Per garantire il contatto con gli affetti più cari vengono realizzate quotidianamente le video chiamate con le famiglie e il personale medico effettua ogni giorno, al termine della visita, un colloquio telefonico con il familiare di riferimento per aggiornare sulle condizioni cliniche”.
“Desidero ringraziare – sottolinea il Commissario dell’AOU Policlinico Paolo Giaccone Alessandro Caltagirone – tutti gli operatori impegnati in prima linea nei reparti covid, ma anche tutti gli altri specialisti che, in questo periodo di pandemia, hanno comunque assicurato continuità assistenziale. A differenza di altre realtà ospedaliere, infatti, il policlinico Giaccone ha dato il suo contributo nella lotta al covid garantendo anche le altre attività di cui i cittadini hanno bisogno. Nei prossimi giorni, confidando in una riduzione dei ricoveri, potremo riprendere a pieno le attività delle unità operative specialistiche che in questi giorni hanno subito una riduzione dei posti letto con l’auspicio di poter ripristinare gli altri servizi no covid”.
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