Covid, la Commissione Ue propone il passaporto digitale per i vaccinati
“Il Digital Green Certificate mostrerà se una persona è stata vaccinata, se ha avuto un recente test negativo o se ha sviluppato gli anticorpi in seguito alla guarigione dal virus”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, durante la conferenza stampa per presentare il nuovo progetto del certificato vaccinale.
La proposta, che dovrà passare al vaglio del Consiglio Ue, prevede un codice Quick Response e una firma digitale posta dagli ospedali sulle certificazioni di vaccinazione, guarigione, sviluppo degli anticorpi al Covid-19 e negatività al test molecolare. I commissari Thierry Breton, per il Mercato Interno, e Didier Reynolds, per la Giustizia, hanno poi tenuto a precisare che gli Stati membri saranno liberi di utilizzarlo e implementarlo nella massima libertà, i quali potranno decidere se includervi anche i vaccini non approvati dall’EMA, come il russo Sputnik V e il cinese Sinovac: la Commissione Europea si limiterà a fornire solo la cornice legale per renderlo valido.
“Siamo pronti a usare qualsiasi strumento utile per garantire gli obiettivi di reciprocità e proporzionalità”, ha poi proseguito la presidente Von der Leyen, a proposito della situazione pandemica attuale nell’Unione europea e della visione di reciprocità della Commissione europea in termini di export con altri Paesi produttori di vaccini, come gli Stati Uniti. “La situazione epidemiologica sta peggiorando ed è preoccupante”, ha continuato, osservando che “se AstraZeneca fosse riuscita a consegnare quanto promesso”, ora “saremmo arrivati a 100 milioni di dosi destinate ai cittadini europei per la fine di marzo”. La compagnia farmaceutica anglo-svedese, a differenza di Pfizer-Biontech e Moderna che si sono rivelate puntuali sul rispetto dei contratti con rispettivamente 66 milioni e 10 milioni di dosi consegnate, ha “prodotto e consegnato meno del previsto” nel primo trimestre del 2021.
“Per riaprire, la campagna vaccinale deve funzionare”, ha sottolineato la Von der Leyen, ribadendo la necessità “vitale” di “accelerare il tasso di vaccinazione” e “investire di più nelle capacità europee”, lavorando con una serie di “imprese affidabili per garantire forniture a lungo termine”. La presidente ha inoltre commentato il ruolo dell’Unione Europea nella battaglia al Covid-19 a livello internazionale, mettendo in evidenza le “300 richieste di esportazioni” e le “41 milioni di dosi esportate in 33 paesi del mondo”. “Questo mostra gli sforzi dell’Unione Europea di collaborare a livello internazionale”, ha concluso, ribadendo l’intenzione di “meditare su come regolare la nostra azione verso i Paesi che sono più avanti nel processo di vaccinazione rispetto a noi, in modo da rimanere proporzionati”. (itelpress)