ROMA (ITALPRESS) – “L’importanza di monitorare i casi attraverso la sorveglianza non va confusa con i criteri con cui si decidono le indicazioni per casi e contatti”, pertanto la sorveglianza “dovrebbe includere tutti i positivi, e non solo i casi con sintomatologia più indicativa di Covid-19, quali sintomi respiratori, febbre elevata, alterazione gusto e olfatto etc”.
Lo evidenzia nelle Faq pubblicate sul proprio sito l’Istituto superiore della Sanità, sottolineando che “la maggior parte delle infezioni, in particolare nei soggetti vaccinati, decorre in maniera asintomatica o con sintomatologia molto sfumata. Non sorvegliare questi casi, limiterebbe la nostra capacità di identificare le varianti emergenti, le loro caratteristiche e non potremmo conoscere lo stato clinico che consegue all’infezione nelle diverse popolazioni (esempio per età, stato vaccinale, comorbidità)”.
Inoltre, sempre secondo l’Iss, “non renderebbe possibile monitorare l’andamento della circolazione del virus nel tempo e, di conseguenza, i rischi di un impatto peggiorativo sulla capacità di mantenere adeguati livelli di assistenza sanitaria anche per patologie diverse da Covid-19”.
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