Covid in carcere non si abbassi la guardia: -30% in una settimana
“Il calo di casi di Covid al 10 maggio rispetto alla precedente rilevazione dell’Amministrazione Penitenziaria sia tra il personale penitenziario (1014 in totale) che tra i detenuti (713 complessivi) non deve far abbassare la guardia perché permangono tra i detenuti “picchi” preoccupanti come negli istituti di Porto Azzurro (73), Cosenza (57), Roma Regina Coeli (32), Gela (22)”.
A riferirlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo aggiungendo che “mentre Ministero alla Salute ed autorità sanitarie regionali e locali invitano alla prudenza e a continuare nelle misure di prevenzione, nelle carceri è del tutto incomprensibile l’atteggiamento di sottovalutazione. Non dimentichiamo che in carcere è sempre più difficile procedere con misure di isolamento dei positivi a causa dei noti problemi strutturali e pertanto è necessario rafforzare la vigilanza, il controllo sui positivi.
Dal primo maggio scorso con le misure decise dal Governo accade che se le mascherine sono sempre obbligatorie in ospedali, Rsa, strutture sanitarie e luoghi sensibili, con presidi di sicurezza, non è la stessa cosa per le carceri. Eppure proprio nei penitenziari c’è almeno un terzo dei detenuti che ha condizioni di salute fragile, in buona parte per la difesa immunitaria più bassa e si registra la presenza di almeno 300 over 60.
Tutto questo pone non pochi rischi per il personale, le loro famiglie e i detenuti senza sottovalutare ulteriormente che l’emergenza pandemica è in stretta relazione con la sicurezza degli istituti penitenziari diventando la potenziale molla per proteste e rivolte, come è accaduto nella stagione delle rivolte del 2020. Da parte nostra – aggiunge Di Giacomo – rinnoviamo l’appello all’Amministrazione Penitenziaria e ai Ministeri Giustizia e Salute a disporre misure urgenti che consentano di rialzare il livello di guardia evidentemente abbassato dopo le prime due ondate di diffusione della pandemia con evidenti situazioni di riduzione dei livelli di prevenzione. Questo significa massimo rigore nel controllo degli ingressi dall’esterno senza limitarsi alla misurazione della temperatura e il ripristino dell’obbligo di mascherina Fp2. Sollecitiamo pertanto i Ministri Cartabia e Speranza a dare disposizioni alle direzioni degli istituti penitenziari”.