ROMA (ITALPRESS) – “Nel dibattito attuale, si prende poco in considerazione l’analisi statistica e scientifica dell’impatto delle misure prese da inizio ottobre in poi per rallentare la crescita dei contagi, e soprattutto non si consideri affatto l’andamento della curva nei mesi passati, che, a ben vedere, costituisce l’elemento più eclatante e alla portata di tutti. Come si ben evidenzia dal grafico elaborato dalla Fondazione Gimbe sui dati del Ministero della Salute, nel mese di Settembre la curva dei contagi rimane piatta, incredibilmente piatta”. Lo afferma Arturo Artom, fondatore di Confapri, in merito all’andamento dei contagi da coronavirus.
“Se andiamo più indietro il valore minimo viene raggiunto a metà luglio, con circa 200 contagi al giorno; successivamente ad agosto il valore cresce gradualmente fino a raggiungere i 1200/1400 contagi giornalieri, e su questo valore la curva rimane sostanzialmente ferma per tutto il mese di settembre. La risalita dei contagi – questa volta con crescita esponenziale – avviene solo a partire dall’inizio di ottobre – prosegue -. Questi dati sconfessano la comune narrazione che attribuisce all’allentamento delle misure in estate la causa della seconda ondata: se, come ci dicono gli esperti, l’andamento della diffusione del virus che viene rilevato è il risultato di quanto successo due settimane precedenti, occorre collocare le origini della seconda ondata verso la metà di settembre, non ad agosto. Ed è perfettamente spiegabile, se pensiamo che verso la metà di settembre molte imprese riprendono con maggiore frequenza la modalità di lavoro in presenza e nello stesso periodo riaprono le scuole”.
Artom sottolinea che “non è all’interno delle scuole che si diffondono i contagi, ma fuori dai cancelli e nei mezzi pubblici che, in quasi tutte le regioni, viaggiavano al 100% della capienza, a differenza di quanto prospettato prima dell’estate. Ripercorrendo i dati e l’assenza di misure adeguate in quel periodo, ci rendiamo facilmente conto del fatto che non è stato un agosto pazzo ma semmai un settembre pazzo a determinare la rapida ripresa del contagio. Non è stato il turismo dell’estate, ma l’inadeguatezza nella gestione della ripresa a portarci alla situazione odierna”.
“Se comprendiamo l’estraneità del turismo estivo alla seconda ondata, dettata invece dalla circolazione delle persone nelle nostre città, possiamo forse conseguentemente riconsiderare l’attuale decisione di arrestare completamente il turismo durante le festività, obbligando invece le persone a circolare all’interno dei confini delle città, dove peraltro riaprono i negozi e le vie dello shopping con già evidenti segnali di assembramento”, conclude.
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