ROMA (ITALPRESS) – “Procedere lungo un percorso di riaperture graduali è giusto grazie ai numeri che testimoniano la rapida discesa dell’epidemia. Pensare di rinunciare anche al green pass è prematuro. Se e quando sarà opportuno abolirne l’obbligo lo scopriremo solo vivendo”. Lo ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano, componente del Comitato tecnico scientifico.
“Tutti gli indicatori – ha continuato – confermano che la fase esplosiva della pandemia sta finendo. Da almeno due settimane marciamo in questa direzione. Anche il colonnino dei decessi per fortuna contiene cifre meno dolorose. Scontiamo ancora per numero di vittime gli esiti del boom di infezioni di gennaio”.
“Diciamo che a marzo ci potremmo trovare già in una situazione buona, da qui a settembre andrà tutto bene, ma nella testa di un ricercatore si affaccia una domanda”. Che succederà a ottobre? “Primo, il virus non scomparirà. Resterà sotto forma di variante Omicron e chi verrà contagiato, se vaccinato, svilupperà forme simil influenzali. I non immunizzati si ammaleranno. Se avessi più di 50 anni e non avessi ricevuto le dosi non mi sentirei tanto tranquillo”.
“Il super green pass a mio giudizio è stato molto importante, non sono d’accordo con chi sostiene che abbia svolto un ruolo marginale nel contenimento dell’epidemia. Più o meno tutti i Paesi lo hanno adottato. Noi lo stiamo mantenendo ed è giusto aspettare ancora prima di dismetterlo. Non sono convinto che sia bene toglierlo di mezzo adesso….”.
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