Costruzione Ipercoop La Torre in mano ad esponente mandamento Passo di Rigano

Arrestato dai Carabinieri un esponente del mandamento di Passo di Rigano e sequestrata la società “Palermo Recuperi” impegnata nella costruzione dell’ipercoop La Torre.

Palermo – I Carabinieri di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. (Dott. Castiglia) nei confronti di Baldassare MIGLIORE (1967), già coinvolto nell’operazione “Perseo” coordinata nel 2008 dalla D.D.A di Palermo e condotta dal Reparto Operativo dell’Arma.

Il reato contestato è di tentata estorsione e illecita concorrenza aggravata, in quanto compiute con modalità tipiche e caratterizzanti le associazioni mafiose.

L’attività investigativa è stata coordinata dalla Procura Distrettuale (Procuratore Aggiunto Dott. Ingroia, Sostituti Procuratori Dott. Viola e D.ssa Contrafatto) e svolta dalla Compagnia Carabinieri di Palermo San Lorenzo .

Le indagini traggono origine dalla denuncia presentata dai responsabili dei cantieri per la costruzione del centro commerciale Ipercoop di Borgo Nuovo, nell’aprile del 2008, allorquando vari atti intimidatori e danneggiamenti interessarono un’impresa di Agrigento subentrata nell’esecuzione dei lavori di movimento terra e di edificazione del complesso commerciale di Torre Ingastone.

In tale contesto l’attenzione investigativa si appuntava su Baldassare MIGLIORE, impegnato a garantire i lavori di movimento terra in via esclusiva alla propria impresa.

In particolare, l’impresa individuale “Ediltransport” di proprietà di MIGLIORE avrebbe dovuto svolgere le attività di movimento terra per conto della società “Palermo Recuperi”. Tuttavia dopo l’assegnazione dei primi lavori di sbancamento, la “Ediltransport” era stata estromessa per il mancato rispetto di alcune clausole contrattuali, subentrando l’azienda agrigentina “Europa Costruzioni”

Per questo MIGLIORE si è recato presso il cantiere per minacciare gli operai presenti, intimando loro di allontanarsi, per affermare l’esclusività della sua impresa nella conduzione dei lavori.

Nei giorni successivi l’impresa subentrante subiva e denunciava gravi danneggiamenti a due automezzi e ad una motopala, con contestuale ritrovamento di bottiglie incendiarie inesplose.

Contestualmente le indagini patrimoniali svolte dall’Arma consentivano di attribuire la reale titolarità della “Palermo Recuperi s.r.l.” a Francesco FRANCOFONTI – tratto in arresto nel maggio del 2009 nell’ambito dell’operazione denominata “Cerbero” per associazione mafiosa – e a Antonino VERNENGO – tratto in arresto nel gennaio 2007 per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione denominata “U Pullieri”.

In particolare gli accertamenti hanno permesso di appurare che dal 2001 in poi le quote e gli incarichi societari dei predetti vengono formalmente attribuiti, con vari e successivi passaggi, prima a congiunti e poi a soggetti terzi tra cui in ultimo ad una società “Arcade s.r.l. , pur rimanendo Francesco FRANCOFONTI e Antonino VERNENGO i reali titolari della “Palermo Recuperi”

Per questo il G.I.P. ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca dell’intero capitale sociale ed immobiliare dell’azienda ritenendo i passaggi societari sopra indicati, effettuati immediatamente dopo l’avvio di attività investigative nei confronti degli stessi, finalizzati ad eludere l’adozione di provvedimenti contro i loro patrimoni, illecitamente accumulati.

Nell’ambito dell’operazione sono stati altresì notificati gli avvisi di garanzia oltre che ai citati FRANCOFONTI e VERNEGO, anche nei confronti dei singoli e formali soci della “Palermo Recuperi”, ritenuti responsabili di aver agevolato le operazioni di attribuzione fittizia di quote societarie al fine di evitare l’applicazione di misure patrimoniali , Rosa FRANCOFONTI figlia del predetto Francesco, GiuseppaPROVENZANO moglie di VERNENGO e Angela CARUSO.