Cosa c’è dietro gli effetti speciali della Leopolda siciliana
Sono quasi sei anni che il Partito Democratico fa parte della maggioranza di governo, da quando nel 2009 Raffaele Lombardo scaricò PDL e UDC che lo avevano candidato, imbarcando assessori pseudo tecnici, con la benedizione del duo Cracolici – Lumia e la gentile partecipazione di Gianfranco Miccichè, che fece da utile… traghettatore ed ora, per sua ammissione, fatica a campare con la sua “pensioncina” da quattromila euro al mese.
Adesso che siamo nell’anno III dell’era Crocetta, con tutti gli indicatori economici in picchiata e un governo che non ne azzecca una che sia una, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha organizzato una convention per progettare la nuova Sicilia 2.0: certo non è una iniziativa che brilla per tempestività ma, come diceva il maestro Manzi nella RAI degli anni Sessanta, meglio tardi che mai.
Tralasciamo i frizzi e i lazzi sulla denominazione (Leopolda, Ubalda, Faraona etc.) e cerchiamo di capire a cosa può servire e cosa ne verrà fuori.
A parte le voci non confermate sull’arrivo a sorpresa del leader maximo Matteo I da Firenze, che darebbe a molti personaggi in cerca d’autore la possibilità di vedere da vicino il nuovo Messia, sono annunciati una serie di tavoli tematici con la partecipazione di professionisti più o meno stimati che dovrebbero dare indicazioni e suggerimenti circa la strategia da adottare e i progetti da promuovere.
Certo, visto il progressivo declino della politica che si è ridotta a fabbrica di prebende e privilegi per coloro che, non avendo né arte né parte, possono solo campare a spese della collettività, se una volta tanto fosse la cosiddetta società civile a indicare il cammino e la politica si limitasse ad eseguire, le cose potrebbero anche migliorare.
Il problema è che, anche ammesso che la partecipazione sia qualificata e propositiva, sarebbero poi sempre gli stessi a dover mettere in pratica le pur innovative idee.
L’amministrazione regionale che, ad onor del vero non ha mai brillato per efficienza, è stata completamente destrutturata dal duo Lombardo – Crocetta, che hanno posto al vertice yes man/women, in gran parte, digiuni di diritto amministrativo.
Ne consegue che, anche quando lo scopo è nobile (molto raramente) la procedura è sballata. A memoria d’uomo non si ricordano tante bocciature dei tribunali amministrativi nei confronti dell’amministrazione regionale, sia quando presenta ricorsi che quando li subisce.
Un tempo la Regione era piena di dirigenti talmente competenti da far diventare legittime le procedure finalizzate a interessi poco trasparenti.
Adesso accade l’esatto contrario: anche quando il fine appare condivisibile (il blocco del Muos, la cancellazione degli enti della Formazione professionale dove si mangiava a quattro palmenti) l’adozione di provvedimenti privi di ancoraggio normativo, porta al paradosso di dover magari risarcire quelli che hanno già lucrato sulle casse pubbliche.
Davide Faraone, fino a questo momento, si è messo in luce soltanto per il tempismo con cui ha scelto il carro di Renzi, quando se lo filavano in pochi e di ciò è stato abbondantemente ripagato. Se oltre che come renziano della prima ora vuole essere ricordato come uomo politico, deve prima mettere fine allo scempio che sta facendo Crocetta, poi introdurre i requisiti di competenza e correttezza nell’affidamento degli incarichi che, con il mago di Gela, sono distribuiti soltanto al “cerchio tragico” e, infine, evitare che la Leopolda sicula sia un effetto speciale di due giorni, preludio del ritorno alla spartizione fra i “soliti noti”.