PALERMO – La Regione Sicilia ha un debito di 5 miliardi e 385 milioni: in pratica ogni siciliano e’ esposto nei conti regionali per 1.077 euro. Il dato, lievemente superiore a quello dell’anno scorso, emerge dalla relazione della Corte dei conti per il giudizio di parificazione del consuntivo della Regione per il 2012. La Corte esprime critiche su alcune operazioni finanziarie in derivati e sulle condizioni dei rapporti con le banche destinate a peggiorare.
“Sono oltre 20 mila i dipendenti regionali. Il numero di quelli in servizio presso i vari rami dell’amministazione si e’ attestato a quota 17.700 unita’ (-1,6% rispetto al 2011) ai quali si sommano 2.513 unita’ che la Regione indica come personale ad ‘altro titolo utilizzato”’. Lo ha detto il consigliere della Corte dei conti Anna Luisa Carra durante la relazione introduttiva sul giudizio di parificazione sul Rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2012.
Il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta in una nota comunica di avere apprezzato il lavoro che ha svolto la Corte dei Conti, che “ha dato spunti molto importanti per migliorare i conti della Regione”. “La Regione, infatti, – aggiunge Crocetta – si salva soltanto se con coraggio riesce ad affrontare i suoi problemi. Un grazie al Presidente e a tutto il Collegio, per avere sostenuto pubblicamente che la delibera approvata ieri in giunta per l’impinguamento del fondo rischi su mancati introiti, abbia consentito di avere un giudizio favorevole sulla parificazione dei conti. L’eventuale bocciatura avrebbe creato problemi enormi alla Regione, compresa la possibilità di non aver riconosciuti i crediti, mutui e il possibile abbassamento del rating. Il governo regionale – conclude il Presidente – ha intenzione di intensificare il lavoro di messa in bonus dei conti in modo ancora più deciso e auspica una rapida approvazione da parte del Parlamento siciliano.
“Il quadro delineato dalla Corte dei Conti in merito al rendiconto finanziario è preoccupante ma non inatteso. I bilanci della Regione siciliana, infatti, sono da sempre non trasparenti e poco attendibili. Certo, il presidente Crocetta e l’assessore Bianchi hanno subito affrontato il problema evitando così una bocciatura in “zona Cesarini”. Lo sostiene il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Le responsabilità di questa drammatica situazione sono da attribuirsi ad una lunga e distorta gestione delle risorse. Come è noto gli stipendi e la spesa corrente, oggi, sono difficilmente comprimibili mentre ad essere tagliati sono soprattutto gli investimenti. L’unica possibilità di cambiamento, come abbiamo sempre ribadito, è quindi quella di utilizzare bene le risorse dell’Unione europea e mettere in atto provvedimenti che favoriscano lo sviluppo e la crescita del prodotto interno lordo. Il bilancio si può risanare non tanto con i tagli quanto con la crescita e con il gettito che, in base alle nuove normative, le imprese dovranno rilasciare alla nostra Isola. Per questo – conclude Barone – confermiamo la richiesta di un tavolo di confronto sui Fondi strutturali e sull’utilizzo delle risorse dell’Ue, uniche alternative su cui puntare per sbloccare questa situazione drammatica”.
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